RECENSIONI
Valerie Solanas
S.C.U.M. Manifesto per l'eliminazione del maschio.
Ortica editrice, Pag. 69 Euro 11,00
Libercolo che forse, nonostante certi segnali che richiameremo, non incise più di tanto, perché le idee portate alle estreme conseguenze vanno poi a cozzare non con il buonsenso, ma con la legge 'naturale' degli opposti. Della serie: posso anche augurarmi, come faceva Mario Mieli (anzi, il suo non era un augurio, ma una sociologica convinzione) che il mondo sia fatto di omosessuali e di etero repressi, ma se poi tento di rimorchiarne uno e questo mi da una tortorata sulle gengive... beh, alla fine mi tengo le botte e mando a fanculo Mieli (nonostante non ci sia più).
Insomma siccome, dice la Solanas, In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia sconfinata e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione globale e distruggere il sesso maschile. E' ovvio che da ciò derivi anche una weltanschauung femminista tutta tesa (sembro Verdone) alla piena realizzazione di un universo di parte, dove le donne sono naturalmente tali e gli uomini (che sono passivi e come dice Freud, che essendo uomo è quindi passivo, costringono l'altro sesso all'invidia del pene) si sentono portati ad invidiare la vagina.
In questa visione quasi transgenica della realtà verrebbe da chiedersi cosa sarebbe stato il mondo se due pensieri così estremi, come quelli della Solanas e del Mieli, avessero potuto convergere: una società di frocie coi coglioni (nel senso del loro splendore deterministico!) lontano anni luce dal cliché della checca sfranta che è imitazione della donna sconfitta.
La Solanas era talmente convinta della necessità di una rivoluzione di costume (e di una guerriglia vera e propria) che quando tentò di accoppare Andy Warhol disse che gli aveva sparato perché aveva troppo controllo sulla sua vita (alla faccia del bicarbonato di sodio!).
Indubbiamente una lucida coerenza.
Non me ne voglia quell'intellettualità agile e scattante che per anni ebbe la Solanas come punto di riferimento (penso agli Area, per esempio, che grazie alla voce di Stratos, recitarono proprio lo S.C.U.M., che sta per 'Society for Cutting Up Men', o al vecchio Lou Reed che la omaggiò nel disco dedicato a Warhol e realizzato con John Cale: Songs for Drella), ma il libercolo in questione è pretenzioso e pure ridicolo. Sarebbe sufficiente citare il passaggio a pag. 41 per decretarne l'inconsistenza: Come gli essere umani hanno priorità di vita rispetto ai cani in virtù della loro più alta evoluzione e della superiore coscienza di sé, così le donne hanno priorità di vita sugli uomini. L'eliminazione del maschio è dunque un atto legittimo e buono, un atto altamente benefico per le donne ed è, al contempo, un atto di pietà.
Ma allora aveva proprio ragione Paul Julius Moebius!
di Alfredo Ronci
Insomma siccome, dice la Solanas, In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia sconfinata e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione globale e distruggere il sesso maschile. E' ovvio che da ciò derivi anche una weltanschauung femminista tutta tesa (sembro Verdone) alla piena realizzazione di un universo di parte, dove le donne sono naturalmente tali e gli uomini (che sono passivi e come dice Freud, che essendo uomo è quindi passivo, costringono l'altro sesso all'invidia del pene) si sentono portati ad invidiare la vagina.
In questa visione quasi transgenica della realtà verrebbe da chiedersi cosa sarebbe stato il mondo se due pensieri così estremi, come quelli della Solanas e del Mieli, avessero potuto convergere: una società di frocie coi coglioni (nel senso del loro splendore deterministico!) lontano anni luce dal cliché della checca sfranta che è imitazione della donna sconfitta.
La Solanas era talmente convinta della necessità di una rivoluzione di costume (e di una guerriglia vera e propria) che quando tentò di accoppare Andy Warhol disse che gli aveva sparato perché aveva troppo controllo sulla sua vita (alla faccia del bicarbonato di sodio!).
Indubbiamente una lucida coerenza.
Non me ne voglia quell'intellettualità agile e scattante che per anni ebbe la Solanas come punto di riferimento (penso agli Area, per esempio, che grazie alla voce di Stratos, recitarono proprio lo S.C.U.M., che sta per 'Society for Cutting Up Men', o al vecchio Lou Reed che la omaggiò nel disco dedicato a Warhol e realizzato con John Cale: Songs for Drella), ma il libercolo in questione è pretenzioso e pure ridicolo. Sarebbe sufficiente citare il passaggio a pag. 41 per decretarne l'inconsistenza: Come gli essere umani hanno priorità di vita rispetto ai cani in virtù della loro più alta evoluzione e della superiore coscienza di sé, così le donne hanno priorità di vita sugli uomini. L'eliminazione del maschio è dunque un atto legittimo e buono, un atto altamente benefico per le donne ed è, al contempo, un atto di pietà.
Ma allora aveva proprio ragione Paul Julius Moebius!
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