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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Erlend Loe

Saluti e baci da Mixing Part

Iperborea, Pag. 216 Euro 15,00
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Prendiamo una coppia norvegese allo sbando in vacanza nell'alta Baviera, il traduttore automatico di Google e un bravo traduttore dal norvegese, Giuliano D'Amico. Aggiungiamo tre figli, una famiglia ospitante che parla solo tedesco, tedesco, tedesco, l'ossessione del protagonista per il teatro, per ciò che è teatro, per tutto ciò che può essere teatro, e dopo uno sminuzzamento in capitoli otterremo il nuovo romanzo di Erlend Loe pubblicato da Iperborea. Un'autentica gioia letteraria, magari un po' sadica e intinta di Schadenfreude, come direbbero i crucchi tanto detestati dal protagonista Bror Telemann e tanto amati da sua moglie Nina. Entrambi nutrono nei confronti della Germania un sentimento drastico e acritico, ma la vacanza montana in quel di Garmisch-Partenkirchen porta a galla qualcos'altro, la classica crisi di coppia. E dopo un po' non basta aggrapparsi con le unghie all'ordinaria amministrazione, ai propri personaggi ormai lisi e in cerca d'amore (più che d'autore), per evitare che questa crisi matrimoniale emerga ed esploda.

Mixing Part – Google Translator dixit – diventa così lo scenario di una "folle commedia travestita da romanzo", come ha detto lo stesso Loe, e tra le sue fatiche pubblicate in Italia questa è la più vicina alla forma-teatro, allo script laconico e surreale. Alla logorrea noristica di Tutto sulla Finlandia si sostituisce una narrazione ridotta all'osso, che ricorre spesso e volentieri alla raffica dei dialoghi e al disco rotto delle ossessioni di Telemann, quarantenne insoddisfatto che ama barricarsi dietro la ricerca teatrale ma in realtà fantastica sulle donne che non ha e non può avere, a cominciare dalla star della tv culinaria britannica Nigella Lawson, moglie del collezionista Charles Saatchi, di cui Loe inserisce un'immaginetta dimostrativa in bianco e nero (un escamotage in stile diario con figurine che fa capolino quasi in ogni suo libro).

Saluti e baci da Mixing Part è un romanzo degno del suo autore, anche se non raggiunge i livelli stratosferici di Doppler (2004) e Volvo (2010, anch'esso tradotto da D'Amico). La trama si dipana senza dossi, i protagonisti – perlomeno i coniugi Telemann – sono ben delineati e il libro è punteggiato di zampate esilaranti, dalla comunicazione preliminare che durante la lavorazione del romanzo "purtroppo un cagnolino è rimasto ferito [...] e ora, tutto sommato, sta bene" all'uso demenziale della lingua inglese, per tacere dei tanti siparietti da sitcom che infondono linfa al racconto. Ma trattasi, per l'appunto, di siparietti. Come se Loe, sceneggiatore di razza, stavolta avesse scritto un romanzo pensando già a una qualche forma di adattamento successivo: il gusto cinematografico, o da teatro dell'assurdo, che contraddistingue Saluti e baci da Mixing Part finisce per strozzarne la prosa, spezzandola eccessivamente. Un peccato, visto il talento affabulatorio di Loe.

Ciononostante, il romanzo riesce a dispensare un godimento autentico e rafforza – in chi scrive, almeno – la convinzione che l'intera bibliografia di Erlend Loe meriti la traduzione italiana, dai testi per ragazzi (a parte la serie Kurt, edita da Mondadori) ai romanzi ancora inediti Tatt av kvinnen (1992), Muleum (2007) e, soprattutto, L (1999). Per capire il soprattutto sarà sufficiente lanciare un occhio alla sinossi in inglese offerta da wikipedia. E per farsi un'idea del tipo di godimento dispensato da Saluti e baci da Mixing Part, ecco cosa risponde Bror Telemann al figlio Berthold, che da grande vorrebbe o fare l'avvocato o conquistarsi un ruolo di prestigio presso il comune di Oslo:

"Penso che diventerai una palla al piede del sistema.

Che cos'è?

Uno che nessuno vuole e che viene rimbalzato da un posto di lavoro all'altro finché le sue difese crollano e gli viene data l'invalidità.

Ok.

Io e la mamma ti aiuteremo finché potremo, naturalmente. Scriveremo lettere di raccomandazione, e potrai sicuramente rimanere a vivere con noi un po' più a lungo del normale. Troveremo una soluzione.

Ok.

E dopo essere stato amareggiato per qualche anno, forse comincerai a scrivere drammi.

Dici?

È da vedere. Ma non penso che dobbiamo escludere la possibilità."


(pag. 101)



di Simone Buttazzi


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