RECENSIONI
'Ala Al Aswani
Se non fossi egiziano
Feltrinelli, Pag. 224 Euro 16,00
'Ala Al Aswani ci ha abituato a grandi romanzi in cui il suo stile asciutto, reale e profondamente immerso nell'umanità che circonda i personaggi, riesce a trasportare al di là della pagina scritta.
Già con Palazzo Yacoubian e con i personaggi dei fratelli copti Abashkaron e Malak, aveva raccontato del suo popolo, del suo Egitto: i due poverissimi e in lotta per la sopravvivenza non si facevano nessuno scrupolo a rubare o mentire pur di mantenersi in vita, e questo quadro aveva fatto storcere non poco il naso ai copti.
In Chicago si parlava di una donna che lasciava la sua terra per studiare medicina a Chicago, dove si innamorava di un suo collega fino a vivere una relazione che contrastava con la sua cultura conservatrice. E anche qui, lettere di insulti e offese da parte degli integralisti.
Eppure lo scrittore/dentista non è affatto un sobillatore, un provocatore, egli crede fortemente nella creazione di un personaggio, nella propria letterarietà, in una letteratura come arte della vita, una vita su carta che somiglia alle nostre vite quotidiane ma che è più profonda e in un certo senso si allontana dalle "accuse" che gli vengono mosse di essere un fotografo non autorizzato dello stato egiziano, uno che vuole soltanto puntare il dito in un sonoro "j'accuse!".
A causa della mancanza di lucidità, chiamiamola così, Se non fossi un egiziano (una raccolta di racconti) è stato censurato da un anonimo impiegato del governo di Mubarak.
'Ala Al Aswani, è un racconta storie, un mero maestro di fantasia che ritrae su tela vite: quella di un misantropo ossessionato dal contatto con gli esseri umani, di un ragazzino invalido che tenta di andare in bicicletta, della gravidanza indesiderata di una ragazza povera, di una studentessa osservante quanto ipocrita, della bella amante francese di papà, di un fratello e le sue vacue giaculatorie alla sorella, di un bambino obeso zimbello della classe, delle umilianti fatiche di un ricercatore di medicina, di un vecchio "fedele al partito", e l'inconsolabile lutto di un figlio verso il padre defunto oltre all'ordinaria cattiveria di un bambino che si prepara a essere un degno cittadino egiziano.
Storie caustiche, pregne di un disprezzo amaro verso l'esistenza, di un malessere di fondo che si può tranquillamente definire "cattiveria", ecco quindi undici inediti racconti "cattivi".
D'invenzione naturalmente. Pieni di Egitto, di una moralità che lì vive fallita e abbietta, borghese e inconsolabile. Ma d'invenzione...naturalmente.
di Alex Pietrogiacomi
Già con Palazzo Yacoubian e con i personaggi dei fratelli copti Abashkaron e Malak, aveva raccontato del suo popolo, del suo Egitto: i due poverissimi e in lotta per la sopravvivenza non si facevano nessuno scrupolo a rubare o mentire pur di mantenersi in vita, e questo quadro aveva fatto storcere non poco il naso ai copti.
In Chicago si parlava di una donna che lasciava la sua terra per studiare medicina a Chicago, dove si innamorava di un suo collega fino a vivere una relazione che contrastava con la sua cultura conservatrice. E anche qui, lettere di insulti e offese da parte degli integralisti.
Eppure lo scrittore/dentista non è affatto un sobillatore, un provocatore, egli crede fortemente nella creazione di un personaggio, nella propria letterarietà, in una letteratura come arte della vita, una vita su carta che somiglia alle nostre vite quotidiane ma che è più profonda e in un certo senso si allontana dalle "accuse" che gli vengono mosse di essere un fotografo non autorizzato dello stato egiziano, uno che vuole soltanto puntare il dito in un sonoro "j'accuse!".
A causa della mancanza di lucidità, chiamiamola così, Se non fossi un egiziano (una raccolta di racconti) è stato censurato da un anonimo impiegato del governo di Mubarak.
'Ala Al Aswani, è un racconta storie, un mero maestro di fantasia che ritrae su tela vite: quella di un misantropo ossessionato dal contatto con gli esseri umani, di un ragazzino invalido che tenta di andare in bicicletta, della gravidanza indesiderata di una ragazza povera, di una studentessa osservante quanto ipocrita, della bella amante francese di papà, di un fratello e le sue vacue giaculatorie alla sorella, di un bambino obeso zimbello della classe, delle umilianti fatiche di un ricercatore di medicina, di un vecchio "fedele al partito", e l'inconsolabile lutto di un figlio verso il padre defunto oltre all'ordinaria cattiveria di un bambino che si prepara a essere un degno cittadino egiziano.
Storie caustiche, pregne di un disprezzo amaro verso l'esistenza, di un malessere di fondo che si può tranquillamente definire "cattiveria", ecco quindi undici inediti racconti "cattivi".
D'invenzione naturalmente. Pieni di Egitto, di una moralità che lì vive fallita e abbietta, borghese e inconsolabile. Ma d'invenzione...naturalmente.
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