RECENSIONI
J.M.Gregson
Sherlock Holmes e il mistero del golf club
DelosBooks, Pag. 160 Euro 9,90
Come se un autore apocrifo scrivesse un romanzo su Montalbano firmandosi Mimì Augello. Vi chiederete: ma che sta' a di'?
Spiego: Gregson, oltre ad essere uno scrittore inglese – ma a questo punto mi chiedo se non sia un nom de plume – è anche il cognome di uno dei due ispettori di Scotland Yard (l'altro è Legrand) che ogni tanto 'affiancano' Holmes e Watson nelle indagini.
Cominciate a capire ora?
Cioè, ma è mai possibile che uno si chiami come un personaggio creato da Conan Doyle e poi scriva avventure postume del più celebre investigatore della storia dell'umanità tutta? Ecco perché parlavo di Mimì Augello: perché è il 'compagno' insieme a Fazio, delle imprese del commissario Montalbano. Chiaro ora?
C'è un'altra cosa che mi ha sempre 'affascinato' dell'inventore di Holmes. Si dice (si dice??) che quando il mitico maratoneta Dorando Pietri entrò nello stadio di Londra e successivamente crollò per la fatica, un attimo prima di tagliare il traguardo, uno dei giudici che lo aiutò a rimettersi in piedi, motivo per il quale fu poi squalificato, fosse proprio Sir Arthur Conan Doyle.
Ora mi chiedo: ma come è possibile che su un episodio del genere non si abbia notizia certa? Perché si continua ad affermare... 'si dice che'? Ma nessuno mai si è presa la briga di controllare se davvero lo scrittore fosse presente come giudice? Ma Conan Doyle è mai stato giudice di atletica leggera?
Strana sorte per l'inventore di un personaggio che in una situazione del genere avrebbe risolto l'inghippo in quattro e quattrotto. Tra l'altro senza l'ausilio della lente di ingrandimento o il rimuginare di cellule grigie (ma forse quelle appartenevano a Hercule Poirot):sarebbe bastato consultare i registri degli accrediti (forse per quei tempi il termine 'accrediti' può sembrare avventato e barbino) per verificare l'effettiva presenza dello scrittore inglese ai bordi del campo in quel 24 luglio del 1908.
Vabbè, lasciamo stare i miei personali dubbi. Ma il libro com'è? Direbbe Totò: quisquiglie, bazzecole, pinzillacchere. Perché sugli apocrifi 'Holmes' ne abbiamo già parlato sul Paradiso, che uno dei migliori 'utilizzatori' (va tanto di moda 'sto termine ma solo se la sostanza è mignottesca) della materia è anche un italiano e che la produzione a riguardo è sempre in buona salute, ma che, onestamente, può interessare solo i lettori più 'fissati'. Anche questo Sherlock Holmes e il mistero del golf club è adatto ad un pubblico selezionato, a quelle persone che se fosse possibile utilizzare una macchina del tempo si farebbero trasbordare di botto a Baker Street e farebbero volentieri il cagnolino dietro il personaggio più misogino della storia della letteratura universale. E il dottor Watson defenestrato? Beh, di corsa in Afganistan, di cui ha sempre avuto esperienza diretta, ma ai tempi nostri però, magari in aiuto al contigente italiano che poverino è sempre più sotto tiro.
di Alfredo Ronci
Spiego: Gregson, oltre ad essere uno scrittore inglese – ma a questo punto mi chiedo se non sia un nom de plume – è anche il cognome di uno dei due ispettori di Scotland Yard (l'altro è Legrand) che ogni tanto 'affiancano' Holmes e Watson nelle indagini.
Cominciate a capire ora?
Cioè, ma è mai possibile che uno si chiami come un personaggio creato da Conan Doyle e poi scriva avventure postume del più celebre investigatore della storia dell'umanità tutta? Ecco perché parlavo di Mimì Augello: perché è il 'compagno' insieme a Fazio, delle imprese del commissario Montalbano. Chiaro ora?
C'è un'altra cosa che mi ha sempre 'affascinato' dell'inventore di Holmes. Si dice (si dice??) che quando il mitico maratoneta Dorando Pietri entrò nello stadio di Londra e successivamente crollò per la fatica, un attimo prima di tagliare il traguardo, uno dei giudici che lo aiutò a rimettersi in piedi, motivo per il quale fu poi squalificato, fosse proprio Sir Arthur Conan Doyle.
Ora mi chiedo: ma come è possibile che su un episodio del genere non si abbia notizia certa? Perché si continua ad affermare... 'si dice che'? Ma nessuno mai si è presa la briga di controllare se davvero lo scrittore fosse presente come giudice? Ma Conan Doyle è mai stato giudice di atletica leggera?
Strana sorte per l'inventore di un personaggio che in una situazione del genere avrebbe risolto l'inghippo in quattro e quattrotto. Tra l'altro senza l'ausilio della lente di ingrandimento o il rimuginare di cellule grigie (ma forse quelle appartenevano a Hercule Poirot):sarebbe bastato consultare i registri degli accrediti (forse per quei tempi il termine 'accrediti' può sembrare avventato e barbino) per verificare l'effettiva presenza dello scrittore inglese ai bordi del campo in quel 24 luglio del 1908.
Vabbè, lasciamo stare i miei personali dubbi. Ma il libro com'è? Direbbe Totò: quisquiglie, bazzecole, pinzillacchere. Perché sugli apocrifi 'Holmes' ne abbiamo già parlato sul Paradiso, che uno dei migliori 'utilizzatori' (va tanto di moda 'sto termine ma solo se la sostanza è mignottesca) della materia è anche un italiano e che la produzione a riguardo è sempre in buona salute, ma che, onestamente, può interessare solo i lettori più 'fissati'. Anche questo Sherlock Holmes e il mistero del golf club è adatto ad un pubblico selezionato, a quelle persone che se fosse possibile utilizzare una macchina del tempo si farebbero trasbordare di botto a Baker Street e farebbero volentieri il cagnolino dietro il personaggio più misogino della storia della letteratura universale. E il dottor Watson defenestrato? Beh, di corsa in Afganistan, di cui ha sempre avuto esperienza diretta, ma ai tempi nostri però, magari in aiuto al contigente italiano che poverino è sempre più sotto tiro.
di Alfredo Ronci
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Sherlock Holmes e il mistero del golf club
Giallo Mondadori, Pag.177 Euro 4,90Torna Holmes. E perché dico torna? Perché nel bene e nel male c’è sempre stata una tradizione amorevole e gioviale che ha tenuto in vita il più grande detective della Storia. E questo libro cos’è? E’ la prima collana al mondo che fa rivivere ogni mese le gesta del grande solitario.
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