RECENSIONI
Giovanni Mariotti
Storia di Matilde
gli Adelphi, Pag. 228 Euro 12.00
Chi lo ricorda? Lui è lo straordinario romanziere (e non solo, ma qui limitiamoci alle cose che più ci accalorano) che vinse nel 2012 la seconda (e per ora ultima) edizione del premio letterario Il Paradiso degli Orchi col romanzo, edito da Et Al, L’amore lungo, struggente quadro di una vita volta al declino.
Questa Storia di Matilde non è una novità. Uscì inizialmente, e non così completa, per Anabasi, nel 2003, per approdare poi ad Adelphi con una versione più approfondita e risoluta. Ora Gli Adelphi ne fanno una versione più raccolta ed è per questo che veniamo a parlarne.
Citati, il curatore di questa edizione, parla del più bel romanzo scritto in Italia negli ultimi vent’anni. Certo, questi sono giudizi fondati , per di più provenienti da un intellettuale (ma forse sarebbe meglio parlare di uomo) che nel corso della sua lunga carriera ha preso gusto a raccontarci anche di altri maestri di scrittura, e noi gliene siamo grati.
E qui ha probabilmente ragione: Storia di Matilde è un romanzo affascinante e, mi si passi l’espressione, completo. E non perché parla di una storia che attraversa quasi due secoli (Proust per molto meno scrisse tomi corposi, e anche qui noi gliene siamo grati), non perché tratta della povera gente come fosse uno studio approfondito di sociologia culturale, e non perché ricama una vicenda (la storia, appunto, della giovanissima Matilde) che attizzerebbe anche l’uomo più sconnesso ed incapace dell’universo, ma solo perché ha capito come vanno le cose, mi verrebbe da dire come va il destino, e come non ci sia nulla che possa farlo andare diversamente.
Storia di Matilde, per i più coraggiosi (non protestiamo, perché seppure siamo di fronte ad un grande romanziere, il fatto che il libro sia stato scritto di seguito e senza una virgola o un punto – leggi così: proprio senza una virgola o un punto – può dare fastidio ai lettori meno pronti ed assidui) ha la stoffa della narrazione perfetta ed inquieta allo stesso tempo. E non ci interessa nemmeno dire che è di stampo ottocentesco (per carità) o che solo perché la storia dio Matilde è trattata meglio di tante altre, e proprio perché anch’essa è ottocentesca, sposti l’autore verso lidi più adatti al suo stile.
No, Storia di Matilde è storia di tutti i giorni, ottocentesca, novecentesca e del duemila e proprio perché strutturata a tal modo, merita l’appunto, e che appunto, di Citati: il più bel romanzo scritto in Italia. E quelli come me si spostano anche altrove.
Dove il resto del mondo può offrire altrettanto?
di Alfredo Ronci
Questa Storia di Matilde non è una novità. Uscì inizialmente, e non così completa, per Anabasi, nel 2003, per approdare poi ad Adelphi con una versione più approfondita e risoluta. Ora Gli Adelphi ne fanno una versione più raccolta ed è per questo che veniamo a parlarne.
Citati, il curatore di questa edizione, parla del più bel romanzo scritto in Italia negli ultimi vent’anni. Certo, questi sono giudizi fondati , per di più provenienti da un intellettuale (ma forse sarebbe meglio parlare di uomo) che nel corso della sua lunga carriera ha preso gusto a raccontarci anche di altri maestri di scrittura, e noi gliene siamo grati.
E qui ha probabilmente ragione: Storia di Matilde è un romanzo affascinante e, mi si passi l’espressione, completo. E non perché parla di una storia che attraversa quasi due secoli (Proust per molto meno scrisse tomi corposi, e anche qui noi gliene siamo grati), non perché tratta della povera gente come fosse uno studio approfondito di sociologia culturale, e non perché ricama una vicenda (la storia, appunto, della giovanissima Matilde) che attizzerebbe anche l’uomo più sconnesso ed incapace dell’universo, ma solo perché ha capito come vanno le cose, mi verrebbe da dire come va il destino, e come non ci sia nulla che possa farlo andare diversamente.
Storia di Matilde, per i più coraggiosi (non protestiamo, perché seppure siamo di fronte ad un grande romanziere, il fatto che il libro sia stato scritto di seguito e senza una virgola o un punto – leggi così: proprio senza una virgola o un punto – può dare fastidio ai lettori meno pronti ed assidui) ha la stoffa della narrazione perfetta ed inquieta allo stesso tempo. E non ci interessa nemmeno dire che è di stampo ottocentesco (per carità) o che solo perché la storia dio Matilde è trattata meglio di tante altre, e proprio perché anch’essa è ottocentesca, sposti l’autore verso lidi più adatti al suo stile.
No, Storia di Matilde è storia di tutti i giorni, ottocentesca, novecentesca e del duemila e proprio perché strutturata a tal modo, merita l’appunto, e che appunto, di Citati: il più bel romanzo scritto in Italia. E quelli come me si spostano anche altrove.
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