RECENSIONI
Francesca Bellino
Sul corno del rinoceronte
L’asino d’oro, Pag. 248 Euro 12,00
Ho voluto parlare con l’Autrice, dopo aver letto il libro, perché è una la lettura che rivela strati sommersi, trasparenze che lasciano indovinare altro, narrazioni che sembrano reclamare un seguito. Francesca Bellino conosce le cose di cui parla. Le conosce non dall’esterno, ma ascoltando l’anima di luoghi e di popoli con cui ha instaurato un rapporto profondo. Oggetto del suo libro è la storia di due donne di culture diverse, del rapporto fra loro e del loro cercare se stesse nel cercare l’altra. Mary e Meriem, l’italiana e la tunisina. Non è un caso se i loro nomi sono le declinazioni di una stessa parola. E i loro viaggi sono viaggi incrociati, dove la partenza dell’una è la destinazione dell’altra, e poi ancora a ritroso. Come una spola che tesse la trama di un tessuto e solo nel tesserlo ne svela il disegno.
Da quando Meriem era tornata a Kairouan le nostre conversazioni erano brevi e frettolose. Lei sembrava confusa, distratta e restia ad aggiornarmi sulla sua nuova vita e sui progetti futuri. (…) Speravo tornasse presto a Roma. Nei mesi successivi invece il suo ritorno era diventato un argomento tabù. Sentivo che aveva un piano segreto che non poteva svelare. (123)
Mary si addentra nella conoscenza dell’amica come in un viaggio misterioso, le cui motivazioni sono così pressanti da far comprendere che in realtà quella che le urge è una ricerca di se stessa. Il tema del viaggio è presente dunque con tutte le sue implicazioni, reali e metaforiche. Tanto più drammatiche perché il viaggio che fin dall’inizio viene raccontato, in contrappunto con i flashback di un viaggio precedente, è segnato dalla presenza della morte. Mary corre, in aereo e poi in taxi, lottando contro il tempo per non mancare al funerale dell’amica. Ma sarà poi morta davvero? C’è nel suo viaggio qualcosa di onirico che rende la realtà sfumata e incerta. Un viaggio quasi dantesco con Hadi, il conducente del taxi, un po’ virgilio e un po’ caronte, prezioso nel darle informazioni ma anche inquietante nella sua flemma ostruzionistica. Talvolta, a dirla tutta, anche un po’troppo didascalico.
Non sono tempi tranquilli. La caduta di Ben Ali, il tiranno “rinoceronte” (che non è poi l’unico rinoceronte della storia) è un evento recente, e per le strade della Tunisia regnano ancora fermento e confusione. E alle domande interiori di Mary si uniscono le domande politiche e sociologiche.
Quello che salta agli occhi in questo personaggio è la coesistenza di aspetti fortemente contraddittori: ha studiato antropologia ma si meraviglia degli usi di altri popoli, pratica yoga e meditazione, ma è sempre agitata e cerca conforto nelle sigarette. Una contraddittorietà ai limiti della forzatura. Ne ho chiesto conto all’Autrice, che così lo spiega.
“Il personaggio di Mary è costruito volontariamente con le sue contraddizioni, è un personaggio in cammino, si sta cercando, quindi è tutto e il contrario di tutto, una sorta di italiano medio che pensa di essere altruista, generoso e amante delle diversità, ma in realtà è ipocrita, eurocentrico, presuntuoso. Mary vive tanti choc culturali perché studiare non significa 'incontrare' l'altro, o almeno lei non è ancora pronta al vero 'incontro' nei viaggi che fa. Rimane sempre 'fuori'... solo alle fine della storia la sua rivoluzione comincia a compiersi.”
E infatti la prima esperienza di Mary in Tunisia è contrassegnata da un’ingordigia turistica che è soprattutto superficialità.
Scattavo fotografie in ogni momento, senza alcuna logica. Immortalavo tutto: volti di anziani accasciati su sedie sgangherate davanti alle case, minareti che spuntavano nel cielo, donne coperte dalla testa ai piedi di teli bianchi. Ogni foto scansava una domanda.
Poi il viaggio nell’ombra che l’accosta alla morte e alla guerra diventa un movimento verso il profondo guidato dalla ricerca di un senso. Fra le tante domande una riguarda il momento storico che le capita di attraversare.
La rivoluzione è soltanto un’illusione?
L’ho girata direttamente all’Autrice.
“Il libro racconta di rivoluzioni interiori - risponde Francesca Bellino - unica strada possibile per arrivare alle rivoluzioni di piazza. La domanda sull'illusione è una domanda che mi piacerebbe si facesse il lettore. Io cerco solo di stimolare domande, le stesse che si fanno le protagoniste, ma anche altre...”
E il rinoceronte?
“Questo è il cuore del romanzo: il rinoceronte, metafora di tutto ciò che ci blocca, ci limita le libertà, ci manipola, proprio come i dittatori.”
Dunque, finito il viaggio di Mary, comincia il viaggio del lettore.
di Giovanna Repetto
Da quando Meriem era tornata a Kairouan le nostre conversazioni erano brevi e frettolose. Lei sembrava confusa, distratta e restia ad aggiornarmi sulla sua nuova vita e sui progetti futuri. (…) Speravo tornasse presto a Roma. Nei mesi successivi invece il suo ritorno era diventato un argomento tabù. Sentivo che aveva un piano segreto che non poteva svelare. (123)
Mary si addentra nella conoscenza dell’amica come in un viaggio misterioso, le cui motivazioni sono così pressanti da far comprendere che in realtà quella che le urge è una ricerca di se stessa. Il tema del viaggio è presente dunque con tutte le sue implicazioni, reali e metaforiche. Tanto più drammatiche perché il viaggio che fin dall’inizio viene raccontato, in contrappunto con i flashback di un viaggio precedente, è segnato dalla presenza della morte. Mary corre, in aereo e poi in taxi, lottando contro il tempo per non mancare al funerale dell’amica. Ma sarà poi morta davvero? C’è nel suo viaggio qualcosa di onirico che rende la realtà sfumata e incerta. Un viaggio quasi dantesco con Hadi, il conducente del taxi, un po’ virgilio e un po’ caronte, prezioso nel darle informazioni ma anche inquietante nella sua flemma ostruzionistica. Talvolta, a dirla tutta, anche un po’troppo didascalico.
Non sono tempi tranquilli. La caduta di Ben Ali, il tiranno “rinoceronte” (che non è poi l’unico rinoceronte della storia) è un evento recente, e per le strade della Tunisia regnano ancora fermento e confusione. E alle domande interiori di Mary si uniscono le domande politiche e sociologiche.
Quello che salta agli occhi in questo personaggio è la coesistenza di aspetti fortemente contraddittori: ha studiato antropologia ma si meraviglia degli usi di altri popoli, pratica yoga e meditazione, ma è sempre agitata e cerca conforto nelle sigarette. Una contraddittorietà ai limiti della forzatura. Ne ho chiesto conto all’Autrice, che così lo spiega.
“Il personaggio di Mary è costruito volontariamente con le sue contraddizioni, è un personaggio in cammino, si sta cercando, quindi è tutto e il contrario di tutto, una sorta di italiano medio che pensa di essere altruista, generoso e amante delle diversità, ma in realtà è ipocrita, eurocentrico, presuntuoso. Mary vive tanti choc culturali perché studiare non significa 'incontrare' l'altro, o almeno lei non è ancora pronta al vero 'incontro' nei viaggi che fa. Rimane sempre 'fuori'... solo alle fine della storia la sua rivoluzione comincia a compiersi.”
E infatti la prima esperienza di Mary in Tunisia è contrassegnata da un’ingordigia turistica che è soprattutto superficialità.
Scattavo fotografie in ogni momento, senza alcuna logica. Immortalavo tutto: volti di anziani accasciati su sedie sgangherate davanti alle case, minareti che spuntavano nel cielo, donne coperte dalla testa ai piedi di teli bianchi. Ogni foto scansava una domanda.
Poi il viaggio nell’ombra che l’accosta alla morte e alla guerra diventa un movimento verso il profondo guidato dalla ricerca di un senso. Fra le tante domande una riguarda il momento storico che le capita di attraversare.
La rivoluzione è soltanto un’illusione?
L’ho girata direttamente all’Autrice.
“Il libro racconta di rivoluzioni interiori - risponde Francesca Bellino - unica strada possibile per arrivare alle rivoluzioni di piazza. La domanda sull'illusione è una domanda che mi piacerebbe si facesse il lettore. Io cerco solo di stimolare domande, le stesse che si fanno le protagoniste, ma anche altre...”
E il rinoceronte?
“Questo è il cuore del romanzo: il rinoceronte, metafora di tutto ciò che ci blocca, ci limita le libertà, ci manipola, proprio come i dittatori.”
Dunque, finito il viaggio di Mary, comincia il viaggio del lettore.
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