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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Simone Sarasso

Turkemar

Editrice Effequ, Pag.96 Euro 6,50
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Si chiede all'autore, a fine romanzo, in una sorta di siparietto ad hoc che assomiglia molto alle interviste sul Paradiso: hai ventotto anni e scrivi di un tizio morto quasi vent'anni prima che nascessi. Che ha fatto una musica che oggi ascoltano in pochi, e nessuno della tua età. Perché?

Già, il perché ce lo chiediamo anche noi. Intanto diciamo che il "tizio morto" è Fred Buscaglione, il celebre cantante che rivoluzionò la nostra stantìa musica fatta di mamme e al più di orgasmiche "tue" all'acqua di rosa.

Il ragazzo dà una risposta, ma non ci convince (le solite cose: i padri, i nonni che sturano le orecchie ad infanti durante infanzie turbolenti, o più o meno).

Abbiamo un'altra teoria: quello dell'effetto, al di là che i ricordi (come la storia di Turkemar che sarebbe una marca di sigarette, in realtà un equivoco trascinato per anni, perché il vero nome dei pacchetti era "Turmac") siano come le punte dei coltelli e si sa ai fianchi lavorano bene.

Ma qui l'effetto è duplice: quello della ricerca di un clamore non soltanto letterario, ma di vero e proprio costume, e quello del risultato. Perché anche quest'ultimo c'è, eccome!

Turkemar (che a chiamarlo romanzo s'impiega più tempo che a leggerlo) ha una leggerezza invidiabile ed una verve che non s'appoggia affatto alla sostanza , ma vive di anima propria, senza troppa fatica.

Belle le pagine, e anche commoventi e decise: quelle dove si racconta di Leo Chiosso, l'amico e l'autore dei testi di Fred Buscaglione, che dopo una scazzottata con due nazisti (episodio, secondo quanto riferito dallo stesso Sarasso, inventato, ma non cambia la questio) viene spinto dentro un treno per finire in un campo di concentramento (vero questo!) e curiosamente cinematografico il finale, che con un epilogo inaspettato (la morte dello stesso Buscaglione all'alba del 13 febbraio 1960 a Roma), regala un coupe de theatre per nulla esagerato e fuori misura.

Insomma Turkemar è una lettura deliziosa che ci riconcilia con una letteratura giovanile e giovanilistica troppo spesso evanescente e forzata, spinta solo al successo immediato, ma stagionale, tutt'al più, carne da macello per una filmografia insipida e di cassetta (che a forza di saccheggiare titoli di canzoni presto si sostituirà al festival di Sanremo).

Curiosa poi anche l'iniziativa della casa editrice Effequ. Se bazzicate il sito vi accorgete che c'è la possibilità di scaricare il romanzetto in questione come fosse un file musicale e stamparvelo a casa. Se può servire a rilanciare la lettura presso le fasce più giovani (un'indagine recente ci dice che si legge fino a diciassette anni e poi lo si ricomincia a fare dopo i trent'anni. Come a dire che i ventenni sono in tutt'altre faccende affaccendati... buon per loro!) ben venga.

Sentiremo riparlare di Sarasso (e gli Orchi, assicuro, lo frequenteranno): Marsilio di Jacopo De Michelis ha in programma la riproposizione del suo romanzo d'esordio, quel Confine di Stato, che vide la luce primiera proprio con Effequ.

L'autore assicura che tra le due storie ci sono anche dei lacci e delle convergenze. Potenza della scrittura, o dell'effetto, come si diceva all'inizio. In ogni caso si gioisce, almeno in questa occasione.



di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Simone Sarasso

Confine di Stato

Marsilio, Pag. 414 Euro 18,00

All'uscita, circa trent'anni fa ormai, del film Superman, quello con lo sfortunato Christopher Reeve, un famoso critico cinematografico, Callisto Cosulich, sulle colonne del Paese Sera, ebbe a confessare il suo imbarazzo e la sua impotenza a valutare la pellicola chiedendo aiuto alla sociologia, e per vie traverse, alla psicanalisi.
Non sto qui a riportare i perché della posizione del giornalista, mi basta dire che allora fui parzialmente d'accordo, credendo comunque che qualcosa tra il brusco e il lusco si potesse dire sull'avventura del super-eroe.

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Simone Sarasso

Settanta

Marsilio, Pag. 693 Euro 21,50

Mi chiedo perché.
O forse sono io a non capire.
Chiedevo a Simone, in una intervista apparsa sul Paradiso in occasione dell'uscita del primo volume di questa trilogia 'nazionale', se si rischiava di sminuire le valenze storico-ideologiche (e non solo) del nostro passato romanzando la Storia (sempre quella con la esse maiuscola). Riporto interamente per correttezza la sua risposta: Credo che il tipo di letteratura nera che si fa oggi nel nostro paese abbia una grande valenza socio-politica.

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