RECENSIONI
Giorgio Pirazzini
Un unicorno ti trafiggerà
Freaks edizioni, Pag. 119 Euro 10,00
Ragazzacci questi, della generazione 70/80 (che poi ragazzacci... cominciano ad essere ometti), tutti presi da un senso merceologico della realtà. E mi chiedo pure: ma se non avessero avuto la televisione, con quale disperata umanità si sarebbero confrontati?
Domanda non da poco, se a ciò si aggiunge che spesso proprio la realtà è vista con occhi vicari, attraverso una costruzione 'mitologica' (del mito come racconto) che non ha certo a che vedere con quella dei nostri padri e in parte con la nostra.
Capita sempre più spesso di leggere storie che non sembrano più umane. Vedi per esempio Mancassola, che qualche anno fa pubblicò per Rizzoli La vita erotica dei supereroi, dove questa non era più di successo e di trionfi, ma di gloria svanita (sic transit gloria mundi direbbe il nostro ex Presidente del Consiglio), e attraverso la quale si rifletteva, forse (è d'obbligo) della fine di utopie giovanilistiche.
Pirazzini con Un unicorno ti trafiggerà ha voluto giochicchiare con la diversità: i protagonisti del suo libro sono i mostri nella nostra infanzia. C'è Gogol, supereroe in calzamaglia che tira fendenti solo in presenza di maleducazione. C'è il povero vampiro Ophelia che s'è ridotto a succhiar non più sangue, ma acini d'uva. C'è Il folletto Lep che è sì vegetariano ma purtroppo ha il deprecabile vizio di essere cocainomane. C'è pure una strana famiglia di inglesi (si suppone gay) ed un cigno che ricorda certi incubi hitchcockiani.
Tutto questo per?
Qui cominciano i problemi. Crediamo (i dubbi, come nel caso di Mancassola, perdurano, dal momento che abbiamo sempre pensato, causa l'età, ad una rappresentazione dell'esistenza un pochino meno fantasiosa e fumettistica) per tentare un discorso sulle discriminazioni e su quanto è brutto il mondo.
Per carità, intenzioni più che lecite, ma rimane nel sottoscritto la sensazione che certe operazioni cerchino di uniformarsi e che il massimo che si possa ottenere è l'omologazione.
Non vorrei disturbare certi vecchi slogan polverosi e giurassici, ma se davvero il potere fosse concesso all'immaginazione il buon Pirazzini non ne farebbe parte.
Paradossale? Forse, ma la fantasia non è mai sinonimo di perfezione e quindi di integrazione.
Gli eroi di Pirazzini sono sì crepuscolari e già sconfitti, come quelli di Mancassola, ma quand'erano 'giovani' non son stati mai incubi davvero. Quindi devianti.
Solo il riporto di qualche mente fiacca.
E mi limito a questo: se poi vogliam parlare di illuminazione linguistica beh... siamo al buio.
Rimane comunque operina con un non so che.
di Alfredo Ronci
Domanda non da poco, se a ciò si aggiunge che spesso proprio la realtà è vista con occhi vicari, attraverso una costruzione 'mitologica' (del mito come racconto) che non ha certo a che vedere con quella dei nostri padri e in parte con la nostra.
Capita sempre più spesso di leggere storie che non sembrano più umane. Vedi per esempio Mancassola, che qualche anno fa pubblicò per Rizzoli La vita erotica dei supereroi, dove questa non era più di successo e di trionfi, ma di gloria svanita (sic transit gloria mundi direbbe il nostro ex Presidente del Consiglio), e attraverso la quale si rifletteva, forse (è d'obbligo) della fine di utopie giovanilistiche.
Pirazzini con Un unicorno ti trafiggerà ha voluto giochicchiare con la diversità: i protagonisti del suo libro sono i mostri nella nostra infanzia. C'è Gogol, supereroe in calzamaglia che tira fendenti solo in presenza di maleducazione. C'è il povero vampiro Ophelia che s'è ridotto a succhiar non più sangue, ma acini d'uva. C'è Il folletto Lep che è sì vegetariano ma purtroppo ha il deprecabile vizio di essere cocainomane. C'è pure una strana famiglia di inglesi (si suppone gay) ed un cigno che ricorda certi incubi hitchcockiani.
Tutto questo per?
Qui cominciano i problemi. Crediamo (i dubbi, come nel caso di Mancassola, perdurano, dal momento che abbiamo sempre pensato, causa l'età, ad una rappresentazione dell'esistenza un pochino meno fantasiosa e fumettistica) per tentare un discorso sulle discriminazioni e su quanto è brutto il mondo.
Per carità, intenzioni più che lecite, ma rimane nel sottoscritto la sensazione che certe operazioni cerchino di uniformarsi e che il massimo che si possa ottenere è l'omologazione.
Non vorrei disturbare certi vecchi slogan polverosi e giurassici, ma se davvero il potere fosse concesso all'immaginazione il buon Pirazzini non ne farebbe parte.
Paradossale? Forse, ma la fantasia non è mai sinonimo di perfezione e quindi di integrazione.
Gli eroi di Pirazzini sono sì crepuscolari e già sconfitti, come quelli di Mancassola, ma quand'erano 'giovani' non son stati mai incubi davvero. Quindi devianti.
Solo il riporto di qualche mente fiacca.
E mi limito a questo: se poi vogliam parlare di illuminazione linguistica beh... siamo al buio.
Rimane comunque operina con un non so che.
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