RECENSIONI
Alberto Brodesco
Una voce nel disastro
Meltemi, Pag. 190 Euro 18,00
Domanda: se doveste indicare tra gli innumerevoli scienziati dei film di fantascienza il vostro preferito, a chi andrebbe la scelta? Personalmente suggerirei il protagonista de Il pianeta proibito, che aveva trovato un ottimo sistema per allontanare gli scocciatori: una sorta di estensione del proprio subconscio che materializzandosi in un mostro teneva distanti quelli che interferivano con la sua vita privata. Pensate che bello: la domenica mattina, alle otto, suonano al vostro citofono i testimoni di Geova e voi, senza battere ciglio, concentrandovi, scaricate loro addosso una forza dirompente che li divora e ne fa carne macinata. Che soddisfazione!
Purtroppo ho mezzi diversi per scacciarli: a volte uso la scopa saggina. Ma alza solo polvere.
Consoliamoci con questo sfiziso saggio che conciona sull'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza (eh sì, perché a pag. 37 si dice: Per questo, vogliamo accomunare in questa trattazione cinema catastrofico e cinema apocalittico – generi già in partenza ibridi – sotto un'unica definizione: quella più sommaria, meno convenzionale, di cinema dell'emergenza).
E all'interno di essa veniamo a distinguere (grazie all'abilità e al fiuto 'investigativo' dell'autore) tra scienziati e scienziati e soprattutto tra epoche diverse.
Abbiamo lo 'scienziato-scienziato' che opera all'interno di una struttura ben precisa ed istituzionalizzata (anche se a riguardo esiste una sotto-differenziazione tra lo scienziato buono e il così detto 'mad doctor', il cattivone di turno o più specificatamente, colui che sacrifica vite umane anteponendo ad esse l'interesse per la scoperta scientifica. Do you remember l'ufficiale scientifico Ash in Alien o il suo predecessore nel film di Nyby La cosa da un altro mondo?); poi c'è il 'quasi-scienziato' che può essere un informatico, un botanico, uno zoologo con caratterizzazione più generiche e infine il 'non-scienziato' ... Il "non" privativo della nostra definizione lascia tuttavia intravedere una vicinanza al mondo della scienza. Ma è come se rimanesse alle porte di questo territorio: non gli viene fornito un lasciapassare, un accesso completo.
Brodesco poi fa un'ulteriore classificazione per epoche: nella nostra prevale, a meno che non ci siano remake di classici, la figura dello scienziato più eroe. Lo scienziato cioè rivendica su di sé la parte del salvatore. Pensiamo a The day after tomorrow.
Sfiziosa ci pare poi la sottolineatura degli specialisti menomati (a Rotwang, lo scienziato di Metropolis manca una mano, così come al dottor Stranamore e a Serizawa il protagonista del primo Godzilla) come topos all'interno della storia del cinema per mettere in guardia rispetto a una possibile manchevolezza nella gestione del potere e della conoscenza.
A tutto questo, si potrebbe dire, Kubrick con la sua visione del mondo, ci ha messo una pietra tombale sopra, nel senso che simboleggiando la conoscenza dell'uomo con un monolite nero, che vediamo nelle prime sequenze del film 2001 Odissea nello spazio, fa sembrare gli uomini, compresi ovviamente gli scienziati, del tutto inadeguati.
di Alfredo Ronci
Purtroppo ho mezzi diversi per scacciarli: a volte uso la scopa saggina. Ma alza solo polvere.
Consoliamoci con questo sfiziso saggio che conciona sull'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza (eh sì, perché a pag. 37 si dice: Per questo, vogliamo accomunare in questa trattazione cinema catastrofico e cinema apocalittico – generi già in partenza ibridi – sotto un'unica definizione: quella più sommaria, meno convenzionale, di cinema dell'emergenza).
E all'interno di essa veniamo a distinguere (grazie all'abilità e al fiuto 'investigativo' dell'autore) tra scienziati e scienziati e soprattutto tra epoche diverse.
Abbiamo lo 'scienziato-scienziato' che opera all'interno di una struttura ben precisa ed istituzionalizzata (anche se a riguardo esiste una sotto-differenziazione tra lo scienziato buono e il così detto 'mad doctor', il cattivone di turno o più specificatamente, colui che sacrifica vite umane anteponendo ad esse l'interesse per la scoperta scientifica. Do you remember l'ufficiale scientifico Ash in Alien o il suo predecessore nel film di Nyby La cosa da un altro mondo?); poi c'è il 'quasi-scienziato' che può essere un informatico, un botanico, uno zoologo con caratterizzazione più generiche e infine il 'non-scienziato' ... Il "non" privativo della nostra definizione lascia tuttavia intravedere una vicinanza al mondo della scienza. Ma è come se rimanesse alle porte di questo territorio: non gli viene fornito un lasciapassare, un accesso completo.
Brodesco poi fa un'ulteriore classificazione per epoche: nella nostra prevale, a meno che non ci siano remake di classici, la figura dello scienziato più eroe. Lo scienziato cioè rivendica su di sé la parte del salvatore. Pensiamo a The day after tomorrow.
Sfiziosa ci pare poi la sottolineatura degli specialisti menomati (a Rotwang, lo scienziato di Metropolis manca una mano, così come al dottor Stranamore e a Serizawa il protagonista del primo Godzilla) come topos all'interno della storia del cinema per mettere in guardia rispetto a una possibile manchevolezza nella gestione del potere e della conoscenza.
A tutto questo, si potrebbe dire, Kubrick con la sua visione del mondo, ci ha messo una pietra tombale sopra, nel senso che simboleggiando la conoscenza dell'uomo con un monolite nero, che vediamo nelle prime sequenze del film 2001 Odissea nello spazio, fa sembrare gli uomini, compresi ovviamente gli scienziati, del tutto inadeguati.
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