Attualità
Walter Chiari e la creatività filosofica delle barzellette
Recentemente è uscito un libro di Thomas Cathcart e Daniel Klein (entrambi laureati a Harvard, il primo è teologo, l'altro si guadagna da vivere scrivendo battute per comici affermati) Platone e l'ornitorinco. Le barzellette che spiegano la filosofia (Rizzoli) in cui gli autori hanno scoperto che interi gruppi di barzellette occupano l'identico territorio concettuale delle discipline che formano l'ambito della filosofa. Non solo, sembrerebbe che qualsiasi tipo di materia, non solo la filosofia, possa essere argomentata attraverso il motto di spirito (anche freudianamente inteso).
Basti pensare al problema della relatività: Una lumaca viene aggredita da due tartarughe. Quando la polizia le chiede come si sono svolti i fatti, la lumaca risponde: "Non lo so. E' successo tutto così in fretta".
I gay e i gay morti. Considerazioni su diversità e letteratura.
Confessiamolo ora: ci sono arrivate mail, alcune civili, altre indignate e "facinorose" per aver trattato male alcuni recenti romanzi gay (tra tutti il Bo di Prendere o lasciare), ma riteniamo che nessuno di noi ha la pretesa di affibbiare la patente di capolavoro o di boiata pazzesca a chicchessia.
Ci premeva però sottolineare alcune stonature di queste "fatiche" e renderle, per quanto ci è possibile, pubbliche e fruibili.
La Svezia noir e la politica sporca
Nel 1924, a diciassette anni, Richard era un fanatico nazionalista e antisemita che aderì alla Lega nazionalsocialista per la libertà, uno dei primissimi gruppi nazisti svedesi. Non è affascinante che i nazisti riescano sempre a piazzare la parola libertà nella loro propaganda?
Non è affascinante sapere che non solo i nazisti impapocchiano continuamente con la parola "libertà" nella loro propaganda?
Non è affascinante sapere che la Svezia, sì, proprio ed unicamente la Svezia, sta portando elementi nuovi, innovativi e di lucido impatto politico al noir contemporaneo? E che Uomini che odiano le donne (Marsilio), sapiente noir di Stieg Larsson e di cui abbiamo citato un primo passo, ne è una prova lampante?
La scuola, le scuole e i falsi maestri.
Quot homines tot sententiae (tanti uomini, tanti modi di pensare)diceva Terenzio. Del perché, dunque, una recensione Una cosa piccola che sta per esplodere (Minimum fax) pungola il recensito (Paolo Cognetti). Che ribatte sulla scuola e sui maestri, quelli veri.
Il vaffanculismo e la noia mortale
Del perché la recentissima mostra Più libri più liberi, sulla piccola e media editoria svoltasi a roma dal 6 al 9 dicembre ci ha suggerrito considerazioni pungenti sulle finte innovazioni e sul vero status quo. Come la politica veltroniana del nuovo partito democristiano... ops, volevo dire democratico.
L'anima della Zucconi e la presunta esistenza dei Simpson
Domenica 25 novembre, durante la trasmissione Rai Che tempo che fa, ho assistito ad un curioso dialogo tra il conduttore Fabio Fazio e la giornalista Giovanna Zucconi che cura la "rubrichina" dedicata ai libri (quelli che vendono poche migliaia di copie, perché per i best-sellers milionari ci pensa lo stesso Fazio) . Il testo su cui si è spostata l'attenzione dei due era L'anima e il suo destino di Vito Mancuso (Raffaello Cortina Editore). Dopo aver saputo che è un saggio impegnativo, ma bello (!) e prefato dal cardinal Martini, il presentatore ha chiesto all'interlocutrice
Saffiche convergenze e coincidenze letterarie
Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta di Marijane Meaker (1) è uno spaccato interessante della vita omosessuale americana immediatamente dopo la fine della guerra. La relazione tra le due scrittrici, Patricia Highsmith e Marijane Meaker appunto, rivela un'epoca assai lontana dalle rivoluzioni sociali e sessuali che sarebbero seguite poi. E' invece un periodo di sotterfugi ed espedienti per trovare il modo di vivere una "diversità" tutto sommato passabile e non frustrante.
Biagi santino e il sistema delle stelle (1)
La morte di Biagi ha giustamente riempito le pagine dei giornali. Onore e merito ad un giornalista – e partigiano, di questi tempi conviene sempre sottolinearlo - che ha sempre svolto con dignità e passione il proprio lavoro. Ma nei peana massmediologici – pur di quelli che erano direttamente responsabili del suo allontanamento dalla tv – si avverte la stantia predisposizione, come pratica diffusa ed incontestabile, del supino ed acritico assenso. Come a dire: è morto il migliore. Personalmente non ho mai amato Biagi,
L'arte di turarsi il naso e l'autunno tedesco
Chi non ricorda l'invito che, anni fa, durante una campagna elettorale ibrida e moscia, il Montanelli anti-berlusconiano dell'ultimo periodo lanciò al popolo di quest'Italia che profuma di oleandri e di perché(1)? A chi lo ignora suggeriamo che fu una sorta di preghiera ad andare a votare, ma a turarsi il naso per l'eccessiva puzza di... sterco.
Operazione quella che, dal pulpito dal quale veniva, sembrava inappropriata e birichina
Augias il subdolo, Gesù Cristo lo sbruffone e Bertrand Russell
Senza troppi giri di parole: abbiamo il giornalismo di regime e il giornalismo subdolo. Sappiamo tutto sul primo, forse meno sul secondo, messo all'opera da giornalisti che te lo mettono dietro subdolamente senza che te ne rendi conto e alla fine, scusate la metafora, godi pure.
Campione assoluto di questa sodomia intellettuale è Corrado Augias. L'uomo si presenta con un allure di tutto rispetto, con un elan da far invidia anche a Dacia Maraini e quando va in tv a presentare i "suoi" programmi" lo fa con la classe e la distinzione del vero padrone di casa, austero, ma ospitale.
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