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Il Paradiso degli Orchi
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I Classici

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Eleonora del Poggio

L'arte dell'intreccio o dell'uncinetto. C'est la même chose. 'La parola alla difesa' di Agatha Christie.

Probabilmente gli aficionados della regina del delitto si inalbereranno: ma come, si preferisce un libro come La parola alla difesa a classici iper collaudati come Assassinio sull'Oriente Express, Dieci piccoli indiani, L'assassino di Roger Ackroyd o all'opera teatrale, rappresentata continuativamente a Londra da oltre sessant'anni, Trappola per topi?
Sì, perché diventa anche un discorso di prevedibilità: come quando all'ascolto dei 'soliti' Beatles si preferiscono allievi dignitosi soprattutto per una questione di distacco dalle sfruttatissime partiture lennon-mccartneyane.

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Alfredo Ronci

La fantascienza romantica di Ray Bradbury: 'Cronache marziane'.

Ha ragione chi dice che Bradbury è un autore 'prestato' alla fantascienza: non vi è nulla in lui che possa vagamente ricordare il classico scrittore di storie future o addirittura di distopie. Il suo è un mondo poetico fatto di improvvisi abbagli, di intuizioni anche giocose e di un'umanità derelitta: chissà, ma I pascoli del cielo di John Steinbeck, è quanto di più 'consanguineo' gli si possa accostare.
Cronache marziane, nel 1950, fu praticamente l'esordio romanzesco dello scrittore: in un clima da guerra fredda, col terrore di un disastro nucleare sempre incombente

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Alfredo Ronci

Date al noir quel che è di Simenon: 'La camera azzurra'.

Esiste un aneddoto sulla velocità di scrittura di Simenon. Una volta Alfred Hitchcock lo chiamò al telefono. La segretaria rispose che stava scrivendo un romanzo. 'Ok' disse il regista 'allora aspetto in linea'. Direi battuta efficace.
Certo è che ripresentare l'opera omnia dello scrittore francese è impresa ardua. Ma Adelphi pare che abbia deciso di tentarla: e poi come non crederci quando sai che il maître à penser di simile iniziativa è Roberto Calasso, l'intellettuale più fico del globo che quando lo intervistano sta sempre tre quarti e ha il tocco frisson dell'uomo di classe.

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Michele Lupo

L'antiretorica di Beppe Fenoglio: verità e bellezza in 'Una questione privata'.

In alcuni brevi saggi raccolti in italiano nel volume minimum fax Nel territorio del diavolo, una pubblicazione di qualche anno fa, la grande autrice di racconti Flannery O'Connor centrava alcune questioni decisive dell'arte dello scrivere, tenute con forza e concentrazione estrema dentro il luogo che davvero le compete: quello della verità. La narrativa secondo la O'Connor ha da fare con i sensi e la materia giacché essa "è un'arte basata sull'incarnazione"

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Alfredo Ronci

Tobino e le matte: 'Le libere donne di Magliano'

Già la titolazione, in quegli anni, prima edizione 1953, imponeva una riflessione a cui l'autore imprimeva una svolta radicale: Ed il mio desiderio è di fare di ogni grano di questo territorio un tranquillo, ordinato, universale parlare.
Ancor prima della rivoluzione basagliana Tobino aveva intuito il nesso tra malattia e necessità del dialogo. E nelle successive ristampe di questo classico vi è l'evoluzione stessa della psichiatria e la marcatura dei suoi difetti. Annotava lo scrittore viareggino, a proposito degli psicofarmaci, nell'introduzione all'edizione decennale de Le libere donne di Magliano

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Pina D'Aria

Robert Walser/Simon Tanner: il giovanotto per antonomasia, un piccolo brigante che scommette sulle donne. 'I fratelli Tanner'.

Non azzardo l'esame dell'opera omnia di R. Walser, perché quando lessi alcune sue pagine un bel po' di tempo fa, trovai in giro solo I Fratelli Tanner e ai rimanenti scritti dedicai qualche ora in biblioteca, a mo' di assaggi che non approfondii. Ne ricavai tuttavia, un'impressione, che persiste, di furore e verità giovanili uniti a un semplicistico, benché fulminante sarcasmo, immediato, efficace, privo di malizia, definitivo, simile alla sagacia dei ragazzi che deridono e non mandano nessuno a dire come stanno le cose: le asseriscono, le spiattellano in faccia!

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Michele Lupo

Frammentismo novecentesco: Joyce fra avanguardia e racconto. 'Giacomo Joyce'.

Scrivevo tempo fa che da più parti si smania per rimuovere il '900 dall'odierno discorso critico. Il fatto è che nessuno ci ha spiegato perché. Quando si voltarono le spalle al grande romanzo realista dell'800 si disse, per semplificare, che il paradigma onnisciente da esso implicato non era più credibile. Era lo stesso '8oo a nutrire in sé i germi di quell'implosione; la lezione nietzscheana (morte di Dio, fine della metafisica - a prescindere qui dalla lettura di Heidegger) preparava la frammentazione centrifuga del dettato romanzesco. Prima che letteraria la questione era epistemologica.

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Alfredo Ronci

Il cinema come autobiografia: 'L'attore' di Mario Soldati.

Del fare i conti col mondo del cinema: ecco cos'è L'attore. E l'autore, nelle prime pagine del romanzo, esprime persino il suo tormento: Ho vissuto a Roma trenta anni: gli anni del cinema. E, ogni volta che ci ritorno, è quasi sempre con questo stato d'animo: di cautela e forse di attrazione, di spavento e forse di curiosità per un lungo passato che pure fu mio ma che mi rimane misterioso, angoscioso, inspiegabile: come una vita vissuta in sogno, lontana da tutto ciò che amo.
L'attore è anche romanzo furbo seppur classico.

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Pier Paolo Di Mino

La favola crudele di Inoue Yasushi: 'Il fucile da caccia'

Angelo Silesio, che era un mistico barocco ed era sempre a caccia di nuovissime arguzie, forse si vergognava un po' di dovere ripetere, seguendo una lunga tradizione, che amava il mondo, questo bellissimo niente. Eppure l'espressione non era, e non arriva ancora oggi ad essere frusta: ultimamente viene perfino rispolverata in una canzonetta di Lorenzo Giovanotti (che la preleva da Francesco Petrarca).
Amare qualcosa che non c'è, è pur sempre un coraggioso appello alla nostra parte più sana, quella che sa riconoscere la sua maggiore vitalità nella propria capacità di distruzione.

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Alfredo Ronci

Una storia semplice: 'La luna è tramontata' di John Steinbeck

Il libro contiene uno degli incipit più sommessi e nello stesso tempo più significativi della letteratura 'di guerra': Alle dieci e quarantacinque tutto era finito. La città era occupata, i difensori abbattuti e la guerra finita.
Un piccolo paesino norvegese viene occupato improvvisamente dall'esercito del Terzo Reich nella prospettiva agghiacciante di un dominio assoluto di Hitler su tutta l'Europa (in contemporanea c'è la campagna di Russia).

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