I Classici
Il cinema come autobiografia: 'L'attore' di Mario Soldati.
Del fare i conti col mondo del cinema: ecco cos'è L'attore. E l'autore, nelle prime pagine del romanzo, esprime persino il suo tormento: Ho vissuto a Roma trenta anni: gli anni del cinema. E, ogni volta che ci ritorno, è quasi sempre con questo stato d'animo: di cautela e forse di attrazione, di spavento e forse di curiosità per un lungo passato che pure fu mio ma che mi rimane misterioso, angoscioso, inspiegabile: come una vita vissuta in sogno, lontana da tutto ciò che amo.
L'attore è anche romanzo furbo seppur classico.
La favola crudele di Inoue Yasushi: 'Il fucile da caccia'
Angelo Silesio, che era un mistico barocco ed era sempre a caccia di nuovissime arguzie, forse si vergognava un po' di dovere ripetere, seguendo una lunga tradizione, che amava il mondo, questo bellissimo niente. Eppure l'espressione non era, e non arriva ancora oggi ad essere frusta: ultimamente viene perfino rispolverata in una canzonetta di Lorenzo Giovanotti (che la preleva da Francesco Petrarca).
Amare qualcosa che non c'è, è pur sempre un coraggioso appello alla nostra parte più sana, quella che sa riconoscere la sua maggiore vitalità nella propria capacità di distruzione.
Una storia semplice: 'La luna è tramontata' di John Steinbeck
Il libro contiene uno degli incipit più sommessi e nello stesso tempo più significativi della letteratura 'di guerra': Alle dieci e quarantacinque tutto era finito. La città era occupata, i difensori abbattuti e la guerra finita.
Un piccolo paesino norvegese viene occupato improvvisamente dall'esercito del Terzo Reich nella prospettiva agghiacciante di un dominio assoluto di Hitler su tutta l'Europa (in contemporanea c'è la campagna di Russia).
Aforismi e sodomie in corpo 11. Gli 'abusi' di Busi.
Ogni libro di Busi è un classico e, lo direbbe lo stesso scrittore ne son sicuro, un suo limite. Perché definendolo tale lo si contiene anche nella sua grandezza. Ma noi vogliamo in ogni caso etichettarlo (in questo caso Sodomie in corpo 11): un giardino dell'Eden della sottigliezza e della sessualità, quest'ultima vissuta finalmente non come soddisfacimento personale, ma come completezza e conoscenza di sé. Perché nonostante vi sia, in questa 'avventura', un accumulo di esperienze la vera conoscenza non si accumula, la si smaltisce.
I fantasmi del passato: 'A futura memoria' di Didier Daeninckx
In un'intervista che lo scrittore francese rilasciò al sottoscritto alcuni anni fa, alla domanda come mai nelle sue opere tornasse ossessivo il dramma del popolo algerino durante il colonialismo francese e cosa ancora ci fosse da scoprire e da denunciare in proposito, rispondeva: Il riaffiorare dei drammi rimossi della decolonizzazione , soprattutto quella dell'Algeria, occuperà i francesi per i prossimi anni. La generazione che detiene i posti di comando s'è fatta le ossa tra i ribelli e nei deserti durante la battaglia di Algeria (l'intervista risale al 1996, ora è impossibile anagraficamente che il 'fascinoso' Sarcozy possa 'vantare' un simile precedente. N.d.c.)
Gli implacabili ingranaggi delle dittature: 'La trappola' di Emmanuel Bove.
Concedetecelo: il Paradiso, sin nell'edizione cartacea, s'interessò di Emmanuel Bove, letterato raffinatissimo, 'oggetto' di culto persino in patria ma, contemporanea allo scrittore, stranamente letargica ed esageratamente euforica per altri versi. Eh sì, perché quando uscì La trappola (La piège), all'indomani della liberazione, Bove fu ignorato ed il romanzo, che affrontava la questione della sordida realtà francese sotto il governo Vichy e del suo collaborazionismo con le forze occupanti naziste, passò del tutto inosservato.
Il nostro recente passato raccontato da Leonardo Sciascia: 'Le parrocchie di Regalpetra'.
Scriveva lo stesso Sciascia a proposito del libro: Regalpetra, si capisce, non esiste: ogni riferimento a fatti accaduti e a persone esistenti è puramente casuale. Esistono in Sicilia, tanti paesi che a Regalpetra somigliano; ma Regalpetra non esiste. Esistono a Racalmuto, un paese che nella mia immaginazione confina con Regalpetra, i salinari; in tutta la Sicilia ci sono braccianti che campano 365 giorni, un lungo anno di pioggia e sole, con 60.000 lire; ci sono bambini che vanno a servizio, vecchi che muoiono di fame,
Il senso straniato delle cose di Antonio Tabucchi: 'Il filo dell'orizzonte'.
Dimentichiamo l'uomo, soprattutto quello degli ultimi tempi e soprattutto dimentichiamo le sue opere di successo che hanno testimoniato il suo mesto declino: Sostiene Pereira e La testa perduta di Damasceno Monteiro (ammetto di non aver letto la sua ultima raccolta di racconti pubblicata sempre Feltrinelli: e perché avrei dovuto farlo?).
Dimentichiamo pure 'l'agitatore', quello che scende nell'agone politico e che sembra tutt'uno con la verbosa propensione della sinistra italiana
La vita segnata dalla guerra di Erich Maria Remarque: 'La notte di Lisbona'.
Un romanzo di finzione questo, ma un romanzo, se vogliamo, anche autobiografico. Mai come in questo caso vicende personali s'intrecciano con lo svolgersi della storia, che è tutta racchiusa in una notte speciale: una notte al porto di Lisbona. Ed un incontro tra due profughi della Germania Nazista; uno alla ricerca disperata di un passaporto per sé e per la moglie, per potere emigrare negli Stati Uniti; l'altro, ormai amareggiato dalla vita, disposto a regalare il proprio passaporto a chiunque sia in grado di ascoltare pazientemente la sua lunga storia.
Erik Satie: Quaderni di un mammifero
Singolare esempio di musicista, Satie.
Definito mediocre dal cattivissimo Adorno, introdotto con una certa ironia nei manualetti di storia della musica, riscattato con insolita passione da John Cage e ricicciato con molta disinvoltura da Brian Eno, Satie incarnò come pochi lo spirito inquieto della Parigi di fine Ottocento e dei primi vent'anni del Novecento, percorrendo un itinerario eccentrico, decifrabile solo per il suo andamento falotico e discontinuo
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