Racconti

Una favola
Il lupo vide il sacco muoversi all'improvviso e scattò all'indietro tirandosi sulle zampe anteriori e mostrando i denti.
Il sacco si girò di scatto e poi si fermò di nuovo.
Avvicinato il muso percepì l'odore di vita del suo contenuto e cautamente sciolse il legaccio che avvolgeva la sommità aprendo così lo scuro involucro di pelle nera.
Infilando il naso tastò qualcosa di peloso come lui, ma di un peloso diverso, più morbido... non ispido e spinoso come il suo vecchio manto che ormai da troppi inverni era stato abbracciato dal sole, dalla pioggia!

Underdogs n.11
Ve la siete cercata amici che frequentate l'etere di PeeDee: parliamone; parliamo di solitudine! La solitudine cosmica, critica, esistenziale! La solitudine dei figli unici, la solitudine delle mogli, la solitudine di mio cugino, la solitudine del folle, la solitudine della miss, la solitudine della bambina che parla con la bambola, la solitudine del bambino che parla coi gormiti, la solitudine manga, cinematografica, la solitudine del cantante, la solitudine cazzuta degli amanti che sognano di fare le feste comandate con loro pezzo di sesso preferito, o semplicemente bramato!!

Il cavatappi
Estraggo i cubetti di ghiaccio dal frigorifero. Con eleganza li lascio scivolare nei drink. Aggiungo ancora due gocce di gin facendo attenzione che non colino oltre il bordo. Poso i bicchieri uno ad uno diligentemente sul vassoio. Lo sollevo con entrambe le mani ben salde e mi avvio verso la sala.
Dalla soglia della cucina scorgo le spalle di lei, leggermente curve, protese in avanti. Deve avere le mani appoggiate sulle ginocchia. La tipica postura di chi, a disagio, non sa come stare. Mi affretto a raggiungerla, ma mi blocco sull'uscio.

Dar cinese. (Letteratura e delinquenza parte prima)
"Che posso parlare italiano?". Manco avevo fatto in tempo a inforcare le bacchette da cinese che ti sento uno che dice: "che posso parlare italiano?". E ho pensato, mannaggia che brutti tempi ci tocca di vivere. Ricordo che stavamo a un cinese vicino a Porta Maggiore. Uno dei primi cinesi di Roma, ai tempi. Una sciccheria. Che poteva essere? Il Settanta, Settantuno? No. La data non la ricordo, però era senza meno l'anno che Zigoni giocava alla Roma: la magica, con rispetto parlando. Lo ricordo perché si può dire che io e Zigoni eravamo pappa e ciccia.

Il carrello della spesa
Dalla mia città sono stati banditi i cani. Si capisce, sacrosante ragioni di igiene. E poi porterebbero intralcio alla circolazione dei numerosi veicoli. Per fortuna non hanno ancora proibito i carrelli della spesa. Così quando esco per andare al supermercato porto sempre con me il mio carrello, e se ho tempo faccio un giro più lungo per farlo muovere di più. Camminando sto bene attenta che non finisca in qualche buca, che non si ribalti, che non si impigli in un ostacolo. E' un po' vecchio e malandato, il mio carrello, ma io gli sono affezionata e non ho nessuna voglia di cambiarlo.

The past
- Dove ci ha portati il tempo? –
Dolphin si rivolse a suo padre Jeronymus con aria preoccupata, mentre il genitore lambiccava con milioni di dati del vecchio p.c. e con significativa mimica, serrava la mascella come a voler contenere in bocca quella miriade di cose e di scoperte, facendosi scappare ogni tanto, un eureka, o un porca paletta.
Tra un'imprecazione e l'altra, l'uomo, sebbene a frammenti, cercò di rispondere : - Se il futuro esiste come mera proiezione... Se la Terra non è scomparsa, ma questa non è la Terra... Se le memorie a zonzo non riescono a ri-presentarsi...

Il colpo della strega
Tutto d'un colpo. Un unico strappo, secco e formidabile. Di un'efficacia perversa. Strazio delle ossa, tortura del nervo, friggitura del muscolo. Insomma, dopo quella stramaledetta sveltina di venerdì mattina, Mario Ruggiti, trequartista fallito di borgata, non risultava più nel novero dei vertebrati. Una fulminante lombosciatalgia, nel gergo colpo della strega, era riuscita a incrinare un fiore di fisico possente e atletico che anni di privazioni, incubi reali e risi amari non avevano minimamente scalfito. Mai una contusione, nemmeno dopo la rissa in quel di Tor Sei Capre

La domenica sportiva
Buon Gesù, autore dell'umanità squinternata che abita il mondo, ascolta il mio inchiostro e la mia voce: San Bifolco Primigenio era il tuo antico tempio, nonché luogo di culto, in cui noi contadini di Sant'Arello ci riunivamo per celebrare il mistero della morte e resurrezione.
Seduti sulle panche, prestavamo orecchio e attenzione alle omelie del parroco, Don Giovanni Naiolo. Il quale "Diletti figlioli" – soleva annunciare ogni domenica dall'altare

Mattino
Quando la luce accecante cessò di colpo, Ivan poté finalmente aprire gli occhi. Si guardò intorno con diffidenza, scoprendo di non trovarsi, come avrebbe dovuto essere, nella sua camera. Il letto sul quale giaceva era così piccolo che le gambe, dalle ginocchia in giù, sporgevano, dondolando come gli arti di un burattino. I mobili avevano delle forme che non aveva mai visto prima: un armadio con dei curiosi oblò nelle ante e con la parte superiore spiovente come il tetto di una baita, un comodino cilindrico come un tronco d'albero, con una botola sul ripiano a sostituire il cassetto ed infine, al posto del tavolo e delle sedie, tre grandi imbuti di vetro capovolti.

Underdogs n.10
OOOOOh OOOOH oh oh! Sweet child o' mine!!!!! E venite qui sotto il batticarne di Pinina! E venite qui a rantolare! E statevene qui sull'onda di frequenza! E urlate e scompisciatevi, scompigliatevi! Farneticate! Abusate del vostro fiato e urlate: Evviva PeeDee e chi la creò! Nothin' has come as me like a rollin' wave! DoodooDoodoo! Ve lo ricordo ora e per sempre: è nato un astro di splendore allegro fertile di nessun pudore! E' nata una stella benchè imperfetta è la più bella di gloria vestita e sembra saetta perenne gagliarda pungente! Rosa del firmamento tra le mani diresti ficus!
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