Racconti

Addio per ora
Ho cinque anni. Sono sulla spiaggia, la mamma mi tiene per mano. Il cielo è quasi bianco. I miei piedi affondano nella sabbia

La rosa dallo stelo di cristallo
Tania era immobile sull’uscio di casa. Sulle spalle aveva uno zainetto rosa, quello che le aveva regalato la zia Lyudmila per l’ultimo compleanno, e teneva per un braccio Tommy...

Il gioco dell'orco
Un tanfo umido e pesante si scioglieva dalle pareti di pietra della cantina e impestava l’aria intorno. Lei se ne stava rannicchiata in un angolo...

Diana
Il treno falciava l'aria e i sentimenti liberati dagli umani nella prima mattina. Lei fissava il vetro diafano coltivando il segreto desiderio di togliersi il reggiseno appena comprato.

È guerra! E senza quartiere!
I grotteschi carrarmati di gesso con la parte posteriore a triciclo erano schierati in cima alla collina. La piega assurda di quel mondo parallelo non induceva a prendere sul serio la difesa terrestre, ma d’altronde anche i pochi alieni invasori avevano una tosse assai stizzosa.

Il campione
Osvaldo Barone, di Torino. Null’altro. D’altronde come si può, mi chiedo, aggiungere qualcosa per descrivere un ragazzo di appena sedici anni. Era uno dei tanti. Non ancora uomo, non più bambino, impaziente anche lui come tutti i suoi coetanei di superare di slancio quegli anni difficili.

Notte al porto
Il rumore del battello mi teneva sveglio. Faceva la spola tra Kyle of Lochalsh e l'isola di Skye, la famosa isola di Skye. Attraversava il sottile braccio di mare e ogni mezz'ora tornava al porto. Il suo era un lavoro inutile, nessuno prende un traghetto a quell'ora da quelle parti, ma gli scozzesi per i soldi possono anche lavorare inutilmente.

Il boia e l'immortale
Pochi, se non proprio nessuno, conoscono un evento terribile accaduto nel primo Ottocento a Roma. L’episodio era riportato in un libro di memorie: un testo di epoca risorgimentale, fonte indiretta dominata dallo scetticismo e che purtroppo non scendeva mai troppo nei particolari, che seguirò per la mia ricostruzione.

A un passo dalla fine
Ad attirare l’attenzione di George è l’enorme insetto immondo. Se ne sta quasi sdraiato in poltrona e si guarda intorno impaurito muovendo nervosamente le zampette. Anche la ragazzina cianotica seduta vicina alla finestra non lo lascia tranquillo, anzi lei gli mette decisamente i brividi: ha il viso gonfio e viola e il vestito zuppo.

Mani
Non potendo sopportare un mondo, divenuto da tempo il regno dell’odio, i baci e gli abbracci preferirono partire per rifugiarsi in Paradiso: ecco perché dismisero con sollievo sia noi e i nostri corpi (intenti a delitti recidivi, fra cui gli stupri assassini), sia le nostre labbra (suggelli continui di patti aberranti, ad esempio mafiosi) abbandonandoci al destino che purtroppo ci attendeva.
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