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Il Paradiso degli Orchi
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Recensioni

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Giovanni Fragapane

Il destino degli strumenti musicali

Mobydick, Pag. 224 Euro 17,00

Avvince ma non convince. La scomparsa del giudice La Porta, magistrato siciliano incaricato di seguire un processo di mafia, stuzzica la curiosità del lettore in modo continuativo, senza mai lasciar calare l'interesse per la storia né il coinvolgimento empatico con i personaggi, ma perde per strada qualche occasione. Perno della storia, anche se grande assente nella prima parte del romanzo (scomparso, appunto!) è il personaggio del giudice, che rivela via via tratti inaspettati, a metà strada fra Raskolnikov e il fu Mattia Pascal, innescando clamorosi colpi di scena.

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Monica Dall'Olio

Le descrizioni

Perdisa pop, Pag. 138 Euro 14,00

Romanzo sbilenco.
Di donna già ospitata dal nostro paradiso cartaceo tanti anni fa.
Che potrebbe essere sinonimo di qualità.
Se volesse la Dall'Olio potrebbe riuscire nell'intento di costruire un romanzo come si deve: ma qui non s'argina. Anzi, forse il contrario, trattiene l'energia ed in parte implode.
Peccato però: l'idea iniziale era bella, anche se sfruttata.

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Shalom Auslander

Prove per un incendio

Guanda, Pag. 320 Euro 18,00

Solomon Kugel pensava spesso alla morte perché era un ottimista. Meglio, perché era troppo attaccato alla vita, questo almeno a detta del professor Jove, "suo consigliere di fiducia". Kugel tende a credergli, ne ha bisogno, "drogato di vita" com'è, d'accordo, ma terribilmente inquieto, ossessivo, pieno di paure. Con la madre che si ritrova peraltro sarebbe stato difficile immaginare il contrario.

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Jean-Christophe Grangé

Amnesia

Garzanti, Pag. 752 Euro 20,00

Giusto qualche settimana fa abbiamo recensito Il giuramento, una riproposta in edicola di Grangé, e ci si chiedeva come facesse una mente umana a partorire trame del genere, così fitte, così piene di colpi di scena, così diversificate e sempre comunque coerenti e precise (una metafora perfetta per 'specificare' i plot sarebbe quella di un fiume che si disperde in centinaia di piccoli rivoli per poi ricongiungersi compatto un attimo prima di 'scendere' a mare).

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Max Giovagnoli

Il messaggio segreto delle stelle cadenti

Newton Compton, Pag. 315 Euro 9,90

Ogni volta che mi approccio a un romanzo italiano lo faccio con molta cautela. Personalmente non leggo più quelli considerati gli "autori", né mi interessa ciò che la maggioranza degli editori trendy sforna in serie, e poi spaccia per capolavori. Il romanzo di Max Giovagnoli, però, almeno dalla traccia, mi è parso subito intrigante (soprattutto perché, come tutte le cose Newton, non "autoriale"). Un professore di liceo romano, Aprile, e un pischello di sedici anni, Giuspe, writer e orfano con la sindrome di ADHD, quella da deficit di attenzione, si ritrovano legati l'uno all'altro a fare un viaggio in Irlanda.

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Emilio Barbarani

Chi ha ucciso Lumi Videla? Il golpe Pinochet, la diplomazia italiana e i retroscena di un delitto.

Mursia, Pag. 312 Euro 19,00

Nel libro di Emilio Barbarani Chi ha ucciso Lumi Videla? (Mursia), sebbene si parli della stessa mattanza sudamericana anni Settanta che tanto eccitò l'anima nera nascosta negli interstizi del nostro paese poi in certi casi finita alla luce del sole malato dell'ultimo ventennio, non è questione del generale argentino ma di Lumi Videla, militante cilena del Mir, movimento rivoluzionario a sinistra di Allende, violentata, torturata e infine uccisa dalla polizia segreta del suo osceno regime,

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Guglielmo Forni Rosa

L'orrore del vuoto

Mobydick, Pag. 77 Euro 10,00

Il fascino discreto di Mobydick colpisce ancora. Non parlo della balena, ma della casa editrice, che si ostina a produrre libri scritti in ottimo italiano. Vi si respira, nel linguaggio ma spesso anche nei testi, un profumo d'antico, un garbo d'altri tempi, che accomuna diversi autori, tanto da farmi sospettare che un puntiglioso e feroce lavoro di editing arrivi a frenare gli slanci dei meno disciplinati. Se così fosse, se si trattasse di un'insensata omologazione, si dovrebbe inorridire e indignarsi. Probabilmente invece abbiamo a che fare con un'accurata scelta di autori e di testi, che a me personalmente regalano momenti di sollievo,

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Marco Franzoso

Il Bambino indaco

Einaudi, Pag. 132 Euro 16,00

Ho odiato furiosamente la coprotagonista del romanzo di Marco Franzoso, Il bambino indaco. L'ho odiata da farmi gonfiare le vene di rabbia, di ira, l'ho odiata tanto da stringere le pagine di questo libro con una forza tale da farle sfrigolare di un clangore di cellulosa.
Ho odiato Isabel da volerla morta, quando già dall'inizio sapevo che lo era, fino all'ultima pagina e non sono riuscito a fare a meno di continuare ad avere questo livore represso dopo aver poggiato il volume.

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Emmanuel Bove

La coalizione seguito da Un Raskolnikov

Lavieri, Pag. 222 Euro 14,59

Fa benissimo Gianfranco Pecchinenda, il curatore della post-fazione, a parlare dei 'boviens' che letterariamente sarebbero gli estimatori di Bove oppure, aggiungo, far parte del 'bovismo' il movimento che s'incarica (e io mi ci metto tra i primi) d'illuminare il pubblico dei lettori su uno degli scrittori europei più necessari del novecento.
Si dice: nemo profeta in patria. Vero, Bove di questo ne fu vittima, se pensiamo che solo alla fine degli anni novanta la Francia ha reso omaggio a questa sua straordinaria creatura pubblicando in un sol volume l'opera omnia.

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Flavio Santi

Aspetta primavera, Lucky

Socrates edizioni, Pag. 143 Euro 9,00

Caro Bianciardi, tu non puoi saperlo, ma noi siamo la prima generazione di intellettuali-operai. Che buffo, una volta Flaiano ha scritto: "Non ci restano che gli artisti a voler sembrare operai". Adesso lo siamo diventati per davvero, e non per posa snobistica. C'è stata una sottile evoluzione della specie umana: dal proletariato delle fabbriche siderurgiche e metalmeccaniche a quello dei plurilaureati. Oggi le classi meno agiate sono spesso quelle che hanno il più alto grado di istruzione. Senza soldi, senza futuro e senza nulla da perdere e da rimpiangere. Vero. Almeno: sin qua.

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