RECENSIONI
Max Giovagnoli
All'immobilità qualcosa sfugge
Meridiano Zero, Pag. 221 Euro 13,50
Diceva Pasolini: La verità non sta in un sogno, ma in molti sogni. Che forse era una via di mezzo tra l'ardire freudiano e il suo contrario. In questo romanzo si vorrebbe far intendere che la verità sta nella rivoluzione tecnologica, nella costruzione di mondi alternativi per fuggire la realtà. Nelle isole di Second Life. Balle. Questo è un romanzo conservatore. Che non vuole avere un'accezione negativa, conformista.
Per me è solo un dato di fatto. Caso mai mi interessa altro: una lingua appropriata, uno stile riconoscibile, una linearità d'intenti, probabilmente una coerenza. Mi interessa il 'fegato' che non è un'inutile esplosione di artifizio letterario, ma sperimentare una sostanza e renderla credibile.
Dunque veniamo a noi: la storia di Ana (prostituta dell'est), di Claudio (che lavora in tv), di Frank (padre di Claudio, quasi in punto di morte), di Tommaso (innamorato di Ana), di Vera (moglie di Tommaso), di Barbara (infermiera), di X (entità che sta con Barbara ma flirta con Vera) ha una sua logica: ma si è voluto dare a questa logica una chiave di lettura errata. Sbandierando una virtualità che ha solo nell'urgenza di mercato una sua ragion d'essere, altrimenti la 'quadratura' della vicenda è un'altra, santo iddio.
E' quella di una frammentarietà di rapporti che è difficile gestire, ma che paradossalmente è facile da ricomporre se si distillano gli stimoli, e come in un mazzo, se ne capano quelli più confacenti.
E' vero, nel romanzo di Giovagnoli (à propos: il titolo. All'immobilità qualcosa sfugge. Davvero centrato, perché la specificità dell'intreccio sta proprio nell'immutabilità delle situazioni, che però, non essendo granitiche perché a questo mondo nulla è granitico tranne la stupidità o Ignazio La Russa, perdono per strade qualche 'stilla') vi è il tentativo di proporre una sorta di rapporto 'altro', dove due dei personaggi s'incontrano nella lande infinite di un mondo alternativo (come si diceva prima: Second Life), ma è davvero poca cosa. Ma non così perché trattata male, ma perché marginale rispetto all'ipocrisia dei sentimenti e delle relazioni alla base di tutto la storia.
Direi questo: All'immobilità qualcosa sfugge è molto più brillante di opere prime che vincono anche il premio Strega (qui la coerenza psicologica dei personaggi mica è adulterata!), ma che non venga presentato come qualcosa che non è. Max Giovagnoli, come ci dicono le note, sarà pure un pioniere della crossover communication (?), ma ha scritto un libro classico, godibile, sincero, e tradizionale nella sua canonicità.
C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria, anzi d'antico... diceva il poeta. Giustamente
di Alfredo Ronci
Per me è solo un dato di fatto. Caso mai mi interessa altro: una lingua appropriata, uno stile riconoscibile, una linearità d'intenti, probabilmente una coerenza. Mi interessa il 'fegato' che non è un'inutile esplosione di artifizio letterario, ma sperimentare una sostanza e renderla credibile.
Dunque veniamo a noi: la storia di Ana (prostituta dell'est), di Claudio (che lavora in tv), di Frank (padre di Claudio, quasi in punto di morte), di Tommaso (innamorato di Ana), di Vera (moglie di Tommaso), di Barbara (infermiera), di X (entità che sta con Barbara ma flirta con Vera) ha una sua logica: ma si è voluto dare a questa logica una chiave di lettura errata. Sbandierando una virtualità che ha solo nell'urgenza di mercato una sua ragion d'essere, altrimenti la 'quadratura' della vicenda è un'altra, santo iddio.
E' quella di una frammentarietà di rapporti che è difficile gestire, ma che paradossalmente è facile da ricomporre se si distillano gli stimoli, e come in un mazzo, se ne capano quelli più confacenti.
E' vero, nel romanzo di Giovagnoli (à propos: il titolo. All'immobilità qualcosa sfugge. Davvero centrato, perché la specificità dell'intreccio sta proprio nell'immutabilità delle situazioni, che però, non essendo granitiche perché a questo mondo nulla è granitico tranne la stupidità o Ignazio La Russa, perdono per strade qualche 'stilla') vi è il tentativo di proporre una sorta di rapporto 'altro', dove due dei personaggi s'incontrano nella lande infinite di un mondo alternativo (come si diceva prima: Second Life), ma è davvero poca cosa. Ma non così perché trattata male, ma perché marginale rispetto all'ipocrisia dei sentimenti e delle relazioni alla base di tutto la storia.
Direi questo: All'immobilità qualcosa sfugge è molto più brillante di opere prime che vincono anche il premio Strega (qui la coerenza psicologica dei personaggi mica è adulterata!), ma che non venga presentato come qualcosa che non è. Max Giovagnoli, come ci dicono le note, sarà pure un pioniere della crossover communication (?), ma ha scritto un libro classico, godibile, sincero, e tradizionale nella sua canonicità.
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Il messaggio segreto delle stelle cadenti
Newton Compton, Pag. 315 Euro 9,90Ogni volta che mi approccio a un romanzo italiano lo faccio con molta cautela. Personalmente non leggo più quelli considerati gli "autori", né mi interessa ciò che la maggioranza degli editori trendy sforna in serie, e poi spaccia per capolavori. Il romanzo di Max Giovagnoli, però, almeno dalla traccia, mi è parso subito intrigante (soprattutto perché, come tutte le cose Newton, non "autoriale"). Un professore di liceo romano, Aprile, e un pischello di sedici anni, Giuspe, writer e orfano con la sindrome di ADHD, quella da deficit di attenzione, si ritrovano legati l'uno all'altro a fare un viaggio in Irlanda.
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