RECENSIONI
Hakan Nesser
L'uomo che odiava i martedi
Guanda, Pag. 471 Euro 19,00Dicevamo a proposito di L'uomo senza un cane: Dunque amore, Palme e concetto di democrazia non solo come ossessione lucida di un ispettore inusuale, ma come tormento, fors'anche incubo, di un'intera generazione di svedesi (come se un poliziotto italiano fosse assillato dal calcio, dal delitto Moro e dal conflitto di interessi di Berlusconi! E magari fosse!).
Dicevamo di lui a proposito di Era tutta un'altra storia: 'sto Barbarotti avrà pure i soliti problemi d'amore e di rapporti con i figli, sarà pure simpatico ed accattivante, sarà pure crepuscolare, come tanti 'eroi' del noir svedese, ma quanto a iniziativa ed acume investigativo... beh, i cultori del giallo classico non gli farebbe toccare nemmeno i baffi di Poirot. Tra l'altro in questa vicenda lo spunto quasi risolutivo della vicenda non lo da lui, come ci si potrebbe aspettare, ma un suo collega, che intuisce che l'origine dell'uccisione dei turisti svedesi possa trovarsi in terra francese.
Dicevamo a proposito di Il ragazzo che sognava Kim Novak: E' una storia che Stephen King amerebbe alla follia (chissà che non la conosca), perché è un viaggio attraverso un'infanzia dorata, quasi leggendaria nella sua pienezza, fino al misfatto che segnerà i protagonisti .
Un delitto irrisolto che riaffiora dal passato, un assassino per amore, strilla la prima di copertina. Sì, ed è già un gran bell'indizio, ma i veri lettori di gialli, quelli che hanno a cuore anche la tradizione anglosassone dell'era d'oro (anni quaranta, cinquanta), troveranno riscontri formidabili (gli amanti della Christie, quelli più cattivi, forse grideranno al plagio).
Insomma l'avete capito dalle indicazioni precedenti: Hakan Nesser, uno degli scrittori svedesi di noir più famosi internazionalmente, è un nostro pallino, ma, sembra un paradosso, in un modo o nell'altro ci delude sempre. E a proposito, L'uomo che odiava i martedi è la delusione maggiore.
La storia non regge. Meglio: regge la costruzione, ma non il finale. Due incidenti simili, a distanza di trentacinque anni, accomunano Germund Grooth e Maria Wincler, uniti nella vita e poi nella morte (praticamente uguale, quella di finire in un burrone). Due disgrazie o, come pensano il commissario Barbarotti, dall'inusuale cognome italiano, e la collega Eva Backman, due possibili delitti?
L'arma migliore di Nesser, come si sa, è l'investigazione psicologica, a metà strada tra un Simenon e un Poirot meno enigmistico, e fin qui pace, ma se si vuol costruire un noir, o forse meglio dire, un giallo è chiaro che sono l'intreccio e la soluzione finale i tasselli determinanti per la riuscita dell'operazione. Ne L'uomo che odiava i martedi 'sti tasselli finali fanno davvero cilecca. Deboli, raccogliticci e vaghi. Mannaggia: ma perché amiamo tanto Nesser e poi alla fine ne usciamo sempre con le pezze al c...?
di Eleonora del Poggio
Dello stesso autore
Il ragazzo che sognava Kim Novak
Guanda, Pag. 249 Euro 14,40Ci sono autori che ti segnano, ti accompagnano, ti stimolano, ma con un incedere silenzioso, quasi preoccupati di ferire. Hakan Nesser, svedese di Kumla, cittadina al centro del paese, è uno di questi.
Ricordo ancora l'impatto: Il commissario e il silenzio (peraltro ristampato recentemente in economica dai Super Pocket) mostrava un commissario, Van Veeteren, davvero inusuale, addirittura assente nella storia – e questo di per sé ha dell'illogico se si pensa che in un meccanismo noir la presenza dell'indagatore deve essere assolutamente pregnante – ma non per questo non risolutivo.
L'uomo senza un cane
Guanda, Pag. 443 Euro 18,00Nesser sa sciogliersi con maestria dai lacci delle imposizioni di mercato: non contento di produrre con una certa regolarità le avventure del commissario Van Veeteren, nemmeno soddisfatto di calarsi nel noir senza figure prestabilite (pensiamo al bellissimo Il ragazzo che sognava Kim Novak, che noi orchi avevamo indicato come uno dei libri più belli, non solo gialli, di tutto il 2007),
Era tutta un'altra storia
Guanda, Pag. 528 Euro 18,00L'uomo senza un cane, la prima avventura dell'ispettore Barbarotti non ci aveva granché entusiasmato (e non chiedeteci nemmeno come mai un scrittore di romanzi noir svedese debba inventare una figura di un poliziotto di origine italiane con un nome simile!). Intendiamoci, il libro si leggeva bene ed aveva il solito 'quid' attrattivo (per una disamina più completa del titolo, posizionatevi sul motore di ricerca del paradiso ed inserite la parola chiave 'nesser'... ça va sans dire), ma essendo Nesser un nostro pallino, nel senso che ha capacità introspettive non indifferenti
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