Attualità
Il professore Pinocchio e le ultime borgate sfasciate. Riflessioni sull'ultimo romanzo di Walter Siti.
Mi son spesso chiesto leggendo il libro di Siti Il contagio: ma a me che mme frega? Sinceramente delle borgate e delle loro problematiche mi sono rotto i coglioni (pur vivendoci) perché oltre ad essere la cartina di tornasole dell'intrallazzo politico e vetero-populista, sono anche il risultato di un mischiume ideologico che stento ad identificare e quindi a capire. Per traslazione: non sono come Pasolini che preferiva di gran lunga interloquire con il contadino che non aveva fatto nemmeno la terza elementare.
E fumiamoci 'sto cubano. Metti una sera con Eduardo del Llano...
Ne capitano di serate in cui ti sei messo in testa di fare una cosa e poi ti ritrovi completamente catapultato in dimensioni oniriche o distanti dai tuoi propositi esistenziali e ludici.
Ne capitano di incontri che ti lasciano con l'amaro in bocca, forse troppi, e di altri che invece stampano un sorriso indelebile che non potrai più scrollarti di dosso per il resto della vita.
Conoscere Eduardo fa parte della seconda tipologia di intersecazione esperenziale di cui sopra e l'occasione di farlo c'è stata grazie alla pubblicazione del suo Unplugged (Gran Vía) e del tour italiano che ne è seguito.
Le baricconate, l'invasione degli ultracorpi e l'Africa famola strana
Il 26 aprile scorso, presso la Scuola Holden, s'è svolto, ma ignoriamo con quali risultati, una sorta di Perfect Day della narrativa italiana. La crème de la crème dell'indigena letteratura (da Ammaniti a Lucarelli, da Carofiglio a Scurati, da Starnone a Veronesi) si è riunita, sotto le direttive del mastro Baricco, per confrontarsi, discettare, ascoltare e probabilmente divertisi (dipende alle spalle di chi). Il nano di Seta, temendo che il solo incontro tra assi della penna (o del pc, vedete voi) potesse ridursi ad un soporifero mettersi alla prova, ha avuto la brillante idea di consentire a 135 cittadini
Crisi dell'antifascismo e fallimento di una generazione?
Aveva ragione Sergio Luzzatto, nel suo La crisi dell'antifascismo (Einaudi), a temere la scomparsa di un modo di vedere e pensare le cose. E nello stesso tempo ad augurare alla nostra democrazia di garantire una fedeltà profonda alle idee della Resistenza ed un'indiscussa adesione ai valori della Repubblica. Ma paventava (anzi indicava) la nascita di una terza via, un terzismo meno nobile e all'acqua di rose, perfettamente equidistante sia dal fascismo, sia dal comunismo, che alla fine tende a relativizzare gli assunti dal punto di vista storico e morale.
A proposito di Harry Potter (riflessioni sparse)
Le riflessioni sono necessariamente sparse, perché diluite nel tempo sono state le uscite della serie che si conclude con Harry Potter e i Doni della Morte. Conosco lettori così fedeli che si preparavano ad ogni uscita "ripassando" (come non facevano neanche a scuola) i volumi precedenti per non farsi cogliere impreparati. Sono gli stessi che, potendo, leggevano in anteprima l'originale per non procrastinare il nuovo incontro con i loro eroi. Confesso che io non sono mai arrivata a queste forme di dedizione.
Le statistiche, l'imbecille eroe di Sean Penn e gli avventurieri di Jack London.
Leggo sul volume ISTAT, redatto dall'Istituto Nazionale di Statistica, La vita quotidiana nel 2005, (1) il capitolo dedicato agli amici: Nel 2005, la quota di popolazione che vede gli amici tutti i giorni è pari al 25,1 per cento. Il 27,8 per cento della popolazione dichiara di frequentare gli amici più di una volta a settimana e il 19 per cento li vede una volta a settimana. Più contenute sono le quote di persone che frequentano gli amici meno spesso: qualche volta al mese il 15,2 per cento e qualche volta l'anno il 6,5 per cento. Decisamente minore è la percentuale di chi non incontra mai i propri amici (4 per cento) e quella di chi non ha amici (1,6 per cento).
La strada per l'Inferno? E' dietro l'angolo
Non è casuale la frase d'apertura di quello splendido libro che è Le Benevole (1) di Jonathan Littel: Fratelli umani, lasciate che vi racconti com'è andata. Il vocativo è lo stesso che apre la Ballade des pendus di Villon: Freres humains... Non è un caso. Chi riesce a guardare oltre il relativismo dei professati ideali, oltre l'ipocrisia delle pretese virtù, ci svela che il "disumano" appartiene al repertorio comportamentale dell'uomo quanto ciò che viene comunemente considerato "umano".
L'oralità, le malattie innominabili e la nipote del carnefice.
Seguii, a suo tempo, su La Repubblica, la polemica che oppose lo storico ebreo Eric J. Hobsbawn ad altri colleghi a proposito del processo per diffamazione che David Irving, altro storico e famoso per le sue posizioni "tenere" nei confronti del nazismo, intentò contro Deborah Lipstadt per averlo definito "negazionista della Shoah".
I termini della disputa? Senza appoggiare le discutibili posizioni di Irving, Hobsbawn riteneva che non esistesse effettivamente un documento che attestasse che Hitler avesse ordinato l'eliminazione fisica degli Ebrei.
Le donne arrampicatrici ed ostinate ed il valore oggettivo della Resistenza
Nell'inserto domenicale de Il sole 24 ore dedicato ai libri del 10 febbraio 2008, c'è un articolo antipaticissimo e reazionario di Giuseppe Scaraffia, in altre occasioni decisamente più signorile, sulle così dette "arrampicatrici". Un vero e proprio catalogo di donne belle e affascinanti e determinate a sedurre i potenti: da madame de Maintenant che sedusse il Re Sole alla pittrice polacca Tamara de Lempicka fino, ça va sans dire (e l'uso del francese è decisamente appropriato), alla Carla Bruni "spudorata" dama di compagnia del presidente Sarcozy.
Le notizie censurate, le cesure e gli eredi del commissario Rex
Si parla tanto di informazione e, negli ultimi tempi, molto di censura. Per carità c'è sempre stata e sempre ci sarà, ma recentemente alcuni episodi e qualche uomo di buona volontà hanno messo in evidenza una prassi ormai consolidata. A ciò si aggiunga che tanto più grande ed importante è lo strumento attraverso cui la si attua , tanto più il "delitto" diventa rimarchevole.
Innanzi tutto capiamoci sul vero senso da dare alla parola censura. Qui il tempo e le convenzioni sociali hanno impresso una svolta al suo significato.
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