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Il Paradiso degli Orchi
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Cinema e Musica

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Alfredo Ronci

Il Liga è davvero incazzato (anzi, incassato).

In una recente intervista al mensile XL Ligabue ha testualmente detto: Io non credo che il successo sia indicatore per forza di quello che vali, casomai il successo amplifica tutto e per chi ha un background fatto di sensi di colpa e senso del dovere, amplifica una responsabilità. Senti che è necessario per te esporti e aprirti sempre di più e più ti esponi e più diventi vulnerabile.
Sarà per questo che il Liga non si è risparmiato in questo nuovo album: risparmiato nel senso delle critiche al sistema e nel senso anche dei proclami.

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Adriano Angelini

Arriva l'estate e noi vi consigliamo un solare pop d'autore: 'Un lock me' di Maria Pareo.

Non sono un esperto di X Factor ma pare che Maria Pareo facesse parte di un gruppo, le Cherries, che hanno partecipato alla prima edizione del popolare contest musicale televisivo ma non siano state selezionate per la fase finale. Meglio così verrebbe da dire, perché se la conseguenza, per Maria Pareo, è stata la produzione e la realizzazione di questo elegante e gradevole album, ben vengano le bocciature "ufficiali". Del resto, gli ultimi di Sanremo non sono quasi sempre stati i primi nel gradimento di critica e pubblico?

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Alfredo Ronci

Mamma mia che talento sprecato! Altro che lo zuccherino della 'Caramella'.

Massimiliano Pani andrebbe arrestato. Come si processa giustamente Tanzi per il crack della Parmalat, il figlio di Mina andrebbe internato per dissipazione di bene comune. Perché la voce della madre è un bene comune. E invece noi fans (mi ci metto pure io anche se non sono iscritto a quell'incredibile fan club di sfigati, tutti culattonissimi, che conta anche le volte che la 'divina' va al cesso e se usa il doppio velo) siamo costretti ogni anno ad aspettarci qualcosa che non viene mai, compriamo puntualmente il disco e dopo il primo ascolto lo mettiamo da parte e non lo riprendiamo più.

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Alfredo Ronci

L'ironica disperazione di John Grant: 'Queen of Denmark' l'opera prima.

Recentemente alcuni studiosi hanno trovato il rimedio 'ultimo' al problema dell'insonnia: hanno somministrato per ore alcuni brani dei Tindersticks, dei Barzin e degli Czars ottenendo una soporifera miscela che ha schiantato anche il più impenitente insonne esistente sulla faccia della terra.
Si scherza, ovvio, ma certo che se uno avesse il coraggio di ascoltare gran parte dei dischi dei tre citati gruppi rischia davvero il letargo. Eppure qualcosa di buono c'è in quella congrega di narcolettici musicisti.

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Adriano Angelini

Il pop psichedelico dei nuovi pagani americani, gli MGMT

La canzone d'apertura del terzo album degli MGMT, Congratulations assomiglia spudoratamente a qualsiasi pezzo dei Beach Boys. La canzone si chiama It's working e se non sapessimo che il duo è newyorkese, intellettuale e new age penseremmo a qualche biondo ossigenato che si diverte a cavalcare l'onda dell'oceano a Malibu e a tempo perso a sdraiarsi sulla rena infuocata aspettando il falò notturno con una chitarra in braccio. Il secondo pezzo, Song for Dan Treacy, parte come gli Smiths e finisce per diventare una canzoncina anni'70 da colonna sonora.

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Alfredo Ronci

Le ossessioni italiche di Mike Patton: 'Mondo cane' il suo disco.

Era da tempo che circolava la notizia di questo progetto, anzi, s'era già sentito in giro. Mike Patton, leader dei Faith No More e di altri gruppi (di cui si fa fatica ormai a tenere il numero), chissà perché innamorato del nostro paese e della nostra musica, aveva fatto alcune serate in giro per l'Italia, accompagnato tra l'altro da Roy Paci, proponendo versioni 'sue' del nostro repertorio nazional-popolare, riscuotendo consenso, apprezzamento, e suscitando ovviamente curiosità e aspettative riguardo un eventuale messa a punto del programma. Programma che, proprio in questi giorni, è diventato un disco: Mondo cane.

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Alfredo Ronci

Un vecchio, ma ruggente leone: Graham Parker. 'Imaginary television' il suo ultimo disco.

Era un bel po' che il vecchio Parker non ci regalava inediti. Le ultime cose (The vertigo singles collection, The official art vandelay tapes vol.2) erano per lo più riproposizioni, ripescaggi, live ed altre amenità. Questo disco ha una storia buffa. Proviamo a raccontarla.
Una casa discografica, la Primary wawe, specializzata nella ricerca di artisti che ripropongono canzoni della loro 'scuderia' lo ingaggia per la realizzazione di brani per la tv. Parker accetta, ma i suoi brani non vengono accettati (in realtà le proposte sono state due, e in entrambi i casi non se n'è fatto nulla).

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Adriano Angelini

Damon Albarn continua a giocare ai cartoni animati. E gli riesce così bene...

Chissà perché stavolta se n'è uscito con le spiagge di plastica. Musica per pirati svogliati. Strane figure esotiche che si aggirano su lidi rottamosi. Un universo di pellicani con berretti di lana, gabbiani che gridano in lontananza. La bomba che si chiama Stylo (sapientemente preceduta da due pezzi travolgenti come White flag e Rhinestone eyes), e che , appena uscito, ha sparato l'album in cima alle classifiche, ci ha lasciato tutti stupiti. Con quel video delizioso (guardatelo qua: http://www.youtube.com/watch?v=h9vAOzYz-Qs&feature=channel).

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Alfredo Ronci

L'incedere jazz e r'n'b della più grande soul singer del momento: Bettye Lavette.

Credo che in Italia la conoscano in sei (ed ovviamente mi ci metto pure io): i suoi ultimi dischi sono un distillato puro dell'arte del canto soul, ma per chi volesse togliersi lo sfizio di 'incontrarla' vada sul suo sito www.bettyelavette.com ed ascolti la versione da infarto che fa di un classico di Pete Townshend Love Reign O'er Me sotto gli occhi attoniti ed estasiati dello stesso Pete, di Roger Daltrey e della stagionata e un pochino lessa Barbra Streisand. Un evento da non mancare.

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Alfredo Ronci

Le metropoli straniate di Matthew Herbert. One One, il suo ultimo disco.

L'uomo si sa è eclettico, ma secondo me pure ignorante, nel senso che ignora qualche realtà delle metropoli che arricchisce di suoni. Chissà, in questo progetto dedicato ad alcune città, quasi tutte europee tranne Palm Spring e Singapore, cosa gli sia passato per la mente quando ha deciso di inserire Milano e suonarla come se fosse ossessionata dai ritmi incalzanti di Metropolis. Perché per l'ascoltatore l'impatto è quello, una perfetta colonna sonora per un film di Fritz Lang: ma ahimé la capitale del nord, craxianamente da bere

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