Cinema e Musica
Chicche su chicche e super chicche per un maturo leone: LIFE JOURNEY di Leon Russell.
Non ci sono poche sorprese nel cd di Claude Russell Bridges detto Leon Russell. Ora si potrebbe pensare a testi escogitati di fresco e new groove, invece, troviamo delle vecchie canzoni rifatte magistralmente con quel tocco di sapiente e matura disinvoltura di un vecchio, sempre ruggente, leone di gran classe.
Luminous conferma che gli Horrors al momento non hanno rivali.
La band di Faris Badwan doveva fare i conti con un sound passato dalla ruggine post indie punk a una dolcezza indie-spaziale, ai momenti psichedelici ragionati, intensi con cui Skying aveva incantato.
Il bimbo triste.
SE n’è parlato molto. Hanno detto di tutto e di più. E finalmente è arrivato il momento che ce ne interessassimo anche noi.
Weird&cosmic: 'The soul of all natural things' di Linda Perhacs
Allargare i confini della coscienza si poneva come inizio della rivolta, poi ogni hippie ha scelto un percorso per la propria evoluzione personale, individuale, identitaria, senza però prescindere dalla musica, dalla natura, dall’amore, dalle empatiche sfere del contatto, o dalla controinformazione.
Nitido e tormentato, lirico, per niente nostalgico, genere new folk: CROZ di David Crosby.
Poco più che settantenne, Crosby è terso nel dire, canta con voce morbida, il suo è un ritorno alla grande, con garbo, con quella lucidità laica che lo ha sempre contraddistinto. La solarità della musica californiana in Croz prende strade più ombreggiate, mai veramente ombrose, né tantomeno cupe, o scontate.
Brilli ma non troppo: " Americana " di Neil Young e i Crazy Horse
Spazzate dalla mente Nashville e il country, evitate paragoni con Guthrie, Cash e compagnia bella, tornate, se ci riuscite, alla prateria e alla frontiera, alla carovana, ma in quell'atmosfera, anziché dei cafoni alla ricerca dell'eldorado, piazzateci Americana la miscellanea folk di Neil Young e i Crazy Horse al completo. Immaginate perciò gli evoluti coloni, quali si mostrano questi artisti, che se ne intendono di cultura peyotil e di psikedelia, riprendere allegramente le ballate di una tradizione nord europea che si è poi radicata negli USA.
Stavolta è andata meglio: Tributo a Ivan Graziani.
Sì, è andata dignitosamente bene, perché in genere gli omaggi che si fanno ai cantanti spesso funzionano come le crestomazie nel campo letterario: mica tutto può andare liscio, mica tutto può brillare come fosse lavato col Dash.
Intanto ci fa piacere che l'artista a cui va il tributo sia Ivan Graziani. Ahinoi troppo presto scomparso, ha lasciato, forse ancor più di altri artisti sopravvalutati (uno tra tutti: Rino Gaetano), una manciata di canzoni che superano di gran lunga l'incedere del tempo e sanno trasmettere ancor oggi emozioni cristalline e sincere.
La liceale interpreta l'hipster: 'Norma Deloris Egstrom – A Tribute To Peggy Lee' di Jessica Pilnas
Jessica Pilnas è buona per i saggi d'istituto e per i viking pub. E' un po' troppo pompata dal produttore che dichiara e fa dire a certuni che la scolara abbia una qualche affinità con Peggy Lee, al secolo, Norma Deloris Egstrom. Entrambe svedesi, ma non mi sembra esservi dell'altro. La Pilnas è una pop singer che si studia una parte, Peggy Lee era una bopper, scendeva nel groove, lo scavava, lo riportava in aria con una timbrica non fasulla, dallo spettro inondante e sensuale: hot jazz per l'appunto e non seghe ai grilli!
Il fascino acustico di Cassandra Wilson: 'Another country'.
Cosa è rimasto della genia delle cantanti jazz? Poco e niente, rispetto soprattutto ai fulgori degli anni quaranta, cinquanta e sessanta del secolo scorso.
Parlare di Cassandra Wilson come 'solo' cantante jazz è un poco riduttivo, perché è anche cantautrice e 'organizzatrice' dei suoi lavori ma, nonostante ciò, e devo essere sincero, negli ultimi anni avevo smesso di seguirla (nonostante il 'Times' l'abbia definita qualche tempo fa America's best singer)
Rave forever: 'The Expand Your Mind' di Roberto Milanesi e Mike Anderson.
Cantori, rimatori e i poeti, da sempre, hanno sentito il bisogno di essere accompagnati dalla musica, non solo note scritte sul pentagramma, ma suoni della natura, della città, sound mescolati a voci e sospiri, rumori, arpeggi e accordi amalgamati con lo stridio di una sega circolare, il ronfare di un animale, la voce del mare e delle galassie e onomatopeici richiami per comporre, "performare" e così aderire ad un contesto dell'anima e dell'esistenza.
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