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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

W.G.Sebald

Le Alpi nel mare

Adelphi, Pag. 73 Euro 6,00
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W.G. Sebald è sepolto nel cimitero di St. Andrew a Framingham Earl, vicino a dove aveva vissuto. Chissà se ci sono fiori sulla sua tomba. Scriveva su Le Alpi nel mare a proposito della cattiva abitudine umana di abbellire i loculi con fiori finti: ... quei fiori artificiali viola, malva o rosa, di seta o di nylon, di porcellana multicolore, o di lamiera o di fil di ferro, i quali sembrano essere non già segno di affetto imperituro, quanto piuttosto la riprova, alla fine emersa chiaramente nonostante le assicurazioni contrarie, che noi, della multiforme bellezza della vita, non sappiamo offrire altro ai nostri morti se non un surrogato dozzinale.

Non vorrei dir frescacce ma, nonostante nulla facesse presagire la morte imminente (un incidente stradale causato dallo stesso Sebald), si avverte nel libriccino un continuo confronto con la morte. Come quando, nel capitolo che da il titolo al testo, parla del cervo rosso del Tirreno, animale ormai estinto: ... un animale di corporatura nana, dall'eleganza per così dire orientale, con una testa sproporzionata rispetto al resto del corpo e occhi sbarrati dal terrore per una morte che sentiva prossima.

Le Alpi nel mare in realtà è un breve estratto del libro postumo di Sebald, Campo Santo che a sua volta prende il titolo dal suo capitolo più intenso e commovente e qui presente: dove l'autore s'imbatte, nelle peregrinazioni turistico-culturali in Corsica, nel cimitero abbandonato di Piana. E dalla cui desolazione prende spunto per una serie di considerazione sulle tradizioni e sul rispetto dei morti. Ma è tutta la Corsica ad essere l'elemento centrale del volumetto.

Contrariamente a quello che di solito succedeva negli altri libri di Sebald, qui non abbiamo immagini che in qualche modo accompagnano le descrizioni (le abbiamo sempre gradite, come una sorta di passpartout alle indagini letterarie dello scrittore inglese-tedesco, ma nello stesso tempo siamo sempre stati consci di un di più che in caso di assenza nulla avrebbe tolto al fascino straordinario della narrativa sebaldiana), tranne uno scatto, regalato da una sua conoscenza, riprodotto anche in copertina, di un cancello e di un al di là che raffigurava il cortile della sua scuola di un tempo a Porto Vecchio, da lei frequentata negli anni Trenta. Allora Porto Vecchio, così continuava la lettera di Mme Aquaviva, era una città semimorta, costantemente afflitta dalla malaria, circondata da terreni salmastri, da paludi e da una boscaglia verde impenetrabile.

La letteratura di Sebald è sempre stata una sorta di vagabondaggio dell'anima: un fluire di ricordi, di immagini e di parole appropriate. E nessuna ricerca di leziosità o di finesse gratuita. Lo scrittore da tempo era tra i papabili al premio Nobel. Non ha fatto in tempo a ricevere quel premio che più di qualsiasi altro intellettuale avrebbe meritato.







di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Secondo natura

Adelphi, Pag. 104 Euro 14,00

Il 14 dicembre del 2001 un incidente stradale ci privava di uno degli scrittori più incisivi e 'rivoluzionari' del novecento. W.G. Sebald aveva appena pubblicato Austerlitz che Adephi, per fortuna, presentò in Italia poco dopo il triste evento. Libro che, per una sorta di strano destino, era un rendiconto, attraverso una tecnica narrativa straordinaria, della propria esistenza e della ricerca delle proprie radici: ogni cognizione del dolore ed ogni dettaglio convergevano verso l'acquisizione di un sé più profondo e compiuto. Tecnica appunto avvincente come un romanzo giallo

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W.G.Sebald

Gli anelli di Saturno

Adelphi, Pag. 307 Euro 20,00

Nell'agosto del 1992, quando la canicola cominciò ad allentarsi, intrapresi un viaggio a piedi attraverso la contea di Suffolk in East Anglia con la speranza di sfuggire al vuoto che si stava diffondendo in me dopo la conclusione di un lavoro piuttosto impegnativo.
In qualche modo, dunque, Gli anelli di Saturno costituisce una sorta di testamento perché pochi anni dopo il grande scrittore tedesco morì.

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