In attesa di conoscere (in autunno) i vincitori del Premio Rill 2024, abbiamo letto l’antologia realizzata l’anno scorso al termine della ventinovesima edizione del concorso, Le case che abbiamo perso.
Il libro è un riuscito caleidoscopio di storie molto varie, che spaziano dal fantasy alla fantascienza, al “fantastico puro”.
Apre il volume il racconto vincitore “Le case che abbiamo perso”, scritto da Francesco Corigliano, una storia weird, spiazzante, che si svolge in un altopiano dove gli uomini vivono in piccole oasi, mentre giganteschi e cadenti edifici di pietra (come chiese, case o… terme!) si muovono fra un’oasi e l’altra, spostandosi sulle proprie gambe d’acciaio. Molto apprezzabile anche “Un ragazzo”, di Valentina Schiaffini (quarto classificato), un sorprendente racconto fantasy minimalista, che affronta il tema dell’integrazione.
L’antologia contiene poi i racconti vincitori di un secondo premio curato da RiLL nel 2023, e che aveva la comunicazione visuale (cioè basata sulle immagini) come tema. In questa sezione spicca “Dove i morti viaggiano veloci”, di Alessandro Izzi, che narra il viaggio attraverso le terre dei morti di una comitiva di “pellegrini”, che affidano la propria vita alle capacità della loro guida di interpretare i messaggi (visivi) che arrivano dall’al di là. Una storia di ambientazione notturna, cupa e coinvolgente.
Infine una parte del libro ospita i racconti vincitori di alcuni premi esteri (organizzati in Spagna, Portogallo e Sud Africa). Fra questi, il racconto spagnolo, “La Pinza Storica”, della catalana Talita Isla, colpisce per il modo originale di collegare il tema (classico nella fantascienza) della fine del mondo con le realtà virtuali che computer e videogiochi sono in grado di creare.

di Erica Filange