RECENSIONI
Claudio Morandini
Le pietre
Exòrma, Pag. 187 Euro 14,50I piccoli paesi di montagna a volte sembrano condurre una vita immutabile, fuori dal tempo, e anche chi se ne allontana provvisoriamente finisce per essere risucchiato, nei suoi rientri, all’interno di una bolla statica. Il mito di Shangri-La è il volto glorioso di questo aspetto, che nella realtà può essere diversamente interpretato come arretratezza insanabile o oasi di genuinità e di pace. Nel frattempo le cose sono un po’ cambiate, e il destino dei borghi che non si evolvono in senso tecnico e commerciale è spesso l’abbandono. Non paradisi terrestri, dunque, ma dimore di fantasmi. Questa premessa è per me un modo di ricostruire, se non di interpretare, la genesi della storia. Vi si racconta di un fenomeno inspiegabile che colpisce un paese di montagna, in cui pietre grandi e piccole cominciano a muoversi in maniera autonoma, talvolta subdola, più spesso violenta, causando paura e danni materiali. Una delle conseguenze è che la transumanza, che in origine si svolgeva due volte l’anno per raggiungere o lasciare gli alpeggi di alta quota, diventa un viavai continuo nel tentativo di sottrarsi all’imperversare delle pietre. Una storia surreale, che trae tuttavia ispirazione da un’antica cronaca del Seicento. Il fenomeno in sé non è però il punto focale dell’Autore, che invece ne approfitta per stare a guardare quello che succede nella piccola comunità, proprio come fa chi, gettando un sasso in uno stagno (la metafora è più che mai pertinente!) si diverte a osservare i cerchi concentrici che via via si allargano. Il punto del primo impatto, nel caso di Sostigno (e dell’equivalente alpestre Testagno), è la casa di due attempati coniugi dediti all’insegnamento, che per certi aspetti rappresentano il punto debole di quel tessuto sociale. Come si sa in un piccolo centro il punto debole non è per esempio lo scemo del villaggio, che anzi gode di un solido status, ma il “forestiero”, la persona che, per quanto ben inserita, non può vantare origini locali.
Ogni tanto il Saponara lo si vedeva anche in osteria, da Ramiro. Entrava e si sentiva in dovere di offrire un cicchetto a tutti. Lo ordinava a Ramiro con un tono solenne che faceva voglia di diventare astemi. Anche noialtri offriamo giri di goccetti all’osteria (…) ma mica lo urliamo all’oste. Ci avviciniamo al bancone, fingendo di trovarci lì per altro, e glielo sussurriamo. Ettore Saponara non lo sapeva, che a urlarlo così costringeva i paesani a reagire, a inventarsi scuse per rifiutare…
Dunque è in casa dei Saponara, gente di città trasferitasi a Sostigno per vivere in pace e all’aria buona, che l’inquietante fenomeno ha inizio. Stupore, incredulità, paura, tentativi di razionalizzare o minimizzare, perfino sensi di colpa: reazioni di diverso genere si alternano nell’animo dei due coniugi e poi, quando la notizia trapela all’esterno, nell’animo dei paesani, in cui comincia ad albergare anche la diffidenza. Come un test proiettivo, il fenomeno delle pietre semoventi evoca in ciascuno i propri personali fantasmi relativi alle diverse esperienze e convinzioni. Mentre frotte di geologi accorrono a studiarlo scientificamente, il parroco don Danilo lo interpreta come manifestazione del demonio, approfittando dell’occasione per dare una bella strigliata ai peccatori. Per Morandini l’occasione è doppia. Gli consente di descrivere la realtà paesana nella complessità delle relazioni sociali (raccontata in prima persona da chi all’epoca dei primi fatti era un ragazzino ed è poi cresciuto convivendo con le pietre in eterno movimento), e insieme di approfondire la psicologia degli anziani coniugi che sono il primo bersaglio.
Per il lettore, poi, è anche l’occasione per apprezzare la sua scrittura limpida, elegante e armoniosa come una musica. Uno stile che fa innamorare e che non tradisce mai.
di Giovanna Repetto
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Le larve
Pendragon, Pag. 227 Euro 14,00Vi è una sorta di 'disfunzione' temporale (non so chiamarla in modo diverso, ma forse sono io che non trovo definizione migliore) in questo romanzo di Morandini. E spiego il perché.
L'ambientazione è decisamente gotica, dove una villa di un certo prestigio e di un certo passato sostituisce il vecchio 'maniero' di settecentesca memoria. In più si aggiunga uno stile di scrittura che a pie' pari scavalca, con abilità e mestiere, le propaggini post-moderne dell'attuale letteratura, soprattutto giovanile.
Rapsodia su un solo tema
Manni, Pag. 270 Euro 18,00La caratteristica più impressionante di questo romanzo è la verosimiglianza. La scrittura efficace ma discreta (proprio come l'eleganza vera, che quando c'è non si fa notare) funziona come un vetro pulito, la cui trasparenza lascia credere che non vi siano barriere fra lo spettatore e la scena. Finisce che il lettore si strugge nello sforzo di discernere il vero dall'invenzione, perché se sulla copertina c'è scritto romanzo, c'è anche il sottotitolo Colloqui con Rafail Dvoinikov, che fa comunque pensare a un riferimento preciso. E' dunque la storia romanzata di un musicista vero?
Il sangue del tiranno
Agenzia X, Pag. 158 Euro 9,50Dai finestroni luridi di smog si notano le masse asimmetriche di acciaio che fuoriescono in diagonale dal vecchio complesso in mattone dell'ospedale, come costole dopo un incidente spaventoso. Ecco la bizzarria profumatamente pagata, lungamente realizzata: morfologie metalliche, aggressive, che avrebbero dovuto suggerire un'idea di contemporaneità e invece si stanno ricoprendo di ruggine, piantine, nidi, cacate di uccelli e di gatti. Una modernità nata già cadente e scricchiolante, che durante le giornate di vento sibila e ulula e oscilla pericolosamente,
A gran giornate
Edizioni La Linea, Pag. 256 Euro 14,00Come posso parlare di questo libro senza tradirne lo spirito? Senza banalizzare l'eleganza del tratto, la genialità, la lucidità visionaria? Posso dare un'idea delle mie prime impressioni dicendo che così, senza rifletterci, con un puro meccanismo associativo, o meglio evocativo, mi ha fatto pensare a Auster, a Saramago, a Beckett, ai film di Buñuel. E poi alla pittura di Bosh, di Bruegel e di Dalì. Di Auster mi ha ricordato quel meraviglioso libro che è Nel paese delle ultime cose ( già recensito nella rubrica "L'età dell'innocenza").
Neve, cane, piede
Exòrma, Pag. 140 Euro 13,00Ne esistono ancora, di questi eremiti. L’Italia, che in tante parti è sovraffollata, che fa fiorire ovunque aiuole di case con la tendenza a tappezzare di mattoni ogni centimetro quadrato, che si direbbe ormai tutta piena e svelata, eppure fra le sue montagne nasconde ancora angoli selvaggi. Mio padre ne andava continuamente in cerca e li trovava.
Le maschere di Pocacosa
Salani Editore, Pag.134 Euro 13,90Ecco, datela a lui. La nostra bella lingua italiana, continuamente massacrata, storpiata e offesa… Datela a Claudio Morandini, che ne avrà cura, la riempirà di coccole e di amore. E tutto questo senza strafare, senza bisogno di effetti speciali. Perché il suo ingrediente segreto è semplicemente l’eleganza.
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