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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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Alfredo Ronci

Giacomo Debenedetti e la persecuzione dei male amati. Gli ebrei e gli altri emarginati.

Emilio Gentile, sulle pagine dell'inserto domenicale de Il sole 24 ore del 1 marzo 2009, a proposito dell'uscita del volume di Francesco Cassata La difesa della Razza. Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista (Einaudi 2008) torna sulla disputa, piuttosto annosa tra gli storiografi ormai, delle matrici autoctone dell'antisemitismo fascista. E in poche righe e con analisi succinta, parte dalla teoria defeliciana, contenuta nella Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, in cui si affermava

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Gianfranco Franchi

Morgan: in parte M in parte X

Per me essere Bluvertigo significa essere anarchici, caotici, capaci di 'delirio controllato'. Non a caso mi piacciono i situazionisti e la loro capacità di rendere efficace un'azione smontando le regole, sovvertendole con situazioni totalmente decontestualizzate (Morgan, pag. 53)
Libro-intervista curato da Mauro Garofalo, letterato romano classe 1974, In parte Morgan è nato da incontri imprevedibili (conversazioni notturne; rincorse nei camerini) tra lo scrittore e il musicista padre dei Bluvertigo, Marco Castoldi detto Morgan.

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Alfredo Ronci

Come Montale 'offuscò' Penna. Riflessioni sulla scure censoria del poeta di 'Ossi di seppia'.

Chissà, forse per farlo accettare meglio in questi tempi di oscurantismo e di terrorismo psico-sessuale, Sandro Penna avrebbe bisogno di un peana di Roberto Benigni, magari davanti alla platea 'sterminata' del palco dell'Ariston di Sanremo.
Ai suoi tempi, pur avendo spesso l'appoggio dell'intellettualismo più blasonato (Saba, che in una lettera del novembre del '32 gli scriveva... le tue poesie sono così caste, così piene di pudore (è uno dei motivi per i quali mi sono tanto piaciute) che non credo possa derivarti nulla di male, Pasolini con cui condivise nel '57 il premio Viareggio,

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Gianfranco Franchi

L'America povera e disperata di Donald Ray Pollock

Questo libro è la storia della vita di un paese dell'Ohio, e dell'America che allora lo popolava, della cultura dei suoi cittadini e delle loro dinamiche di comunicazione e interazione: si tratta di una piccola borghesia che spesso sconfina nel proletariato. La loro è un'esistenza miserabile, fatta di alcolismo, violenza facile, incesti, alimentazione esecrabile, nulla cultura e nessuna coscienza, dialoghi spiccioli e al limite funzionali. È la fotografia di un popolo che stava marcendo nel silenzio, e nella stupidità più assoluta.

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Alfredo Ronci

Pene (e lascio a voi la scelta del significato da dare) della terza età.

Come sempre si dice, e a ragione, la vita val la pena di essere comunque vissuta. Soprattutto dopo che ai primi di ottobre del 2008 siamo venuti a conoscenza delle strabilianti capacità amatorie del Cavaliere. Uscendo a notte fonda da una discoteca nel centro di Milano, Berlusconi, di fronte ai punzecchiamenti di alcuni giovani avrebbe dichiarato: Se dormo tre ore, poi ho ancora energia per fare l'amore per altre tre (...) vi auguro di arrivare a settant'anni nello stato di forma in cui ci sono arrivato io.
Allora aveva ragione davvero Andreotti quando diceva che il potere logora chi non ce l'ha.

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Alfredo Ronci

La chiesa mente sapendo di mentire: l'antisemitismo de La Civiltà Cattolica.

Il 18 dicembre scorso La Repubblica, nelle pagine interne, titolava: 'Il Vaticano "scomunica" Fini. "opportunista su leggi razziali". E nell'articolo si leggeva: Non sono piaciute Oltretevere le accuse fatte martedi scorso dal presidente della Camera alla Chiesa Cattolica per non essersi opposta adeguatamente alle leggi razziali del 1938 (...) Il giornale del Papa accusa, tra l'altro, il presidente di Montecitorio di "approssimazione storica e opportunismo politico".
Non è passato molto dal 'giorno della memoria' e onestamente mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse 'rispolverato' la polemica, non per puro opportunismo, come direbbero i vertici ecclesiastici, ma per far pace con la coscienza, perché in questa vicenda la Chiesa, accusando Fini, mente sapendo di mentire.

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Alfredo Ronci

Each man kills the things he loves (1). Io uccido Caio Fernando Abreu.

In passato ho amato davvero Caio Fernando Abreu. Quando uscì Dov'è finita Dulce Veiga (2), sul Paradiso degli Orchi cartaceo n.4 scrivevo: Dulce Veiga, in poco tempo, si trasforma in un'ossessione, in un tormento di fuoco (...) Ecco allora Proust e la sua ossessiva richiesta d'amore materno, ecco Leroux (qui è visibile la propensione quasi tutta orchesca di mischiare sacro e profano. Chi mai avrebbe avuto il coraggio di accostare un monumento della letteratura, con uno scrittore sì popolare e famoso, ma del tutto prescindibile secondo alcuni critici?)

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Alfredo Ronci

Metamorfosi e fughe nell'arte di Kobo Abe (*)

Kobo Abe, come altri suoi contemporanei (Kenzaburo Oe, premio Nobel 1995 per la letteratura, Mishima, Kawabata ecc.) rappresenta, nello stesso tempo, continuità ed evoluzione nella caratterizzazione della letteratura giapponese.
Perché continuità? Perché in lui si riaffacciano prepotentemente i due filoni che segnarono il romanzo moderno orientale: lo 'shishosetzu' (autobiografismo) e 'la lezione realista'. Lo shishosetzu fu il tramite attraverso il quale l'autore, isolato ed escluso da una società sempre più modernizzata e tecnologica

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Alfredo Ronci

Un libro ostico e affascinante. Della riduzione delle nascite: è la nostra salvezza?

Il mondo d'oggi come Gotham city? Date un'occhiata al film Batman begins: una città divisa in due; da una parte la zona più ricca ed economicamente produttiva e l'altra povera e disadattata, ma legata alla prima da ponti levatoi che possono alzarsi e quindi isolare le due 'entità' al primo rilevante problema. E quando il cattivo di turno inquina le falde acquifere della zona dei disperati con un potente psicotropo che rende tutti pazzi ed incontrollati, ecco che le autorità non fanno altro che impedire l'accesso alla zona sana 'alzando' le vie di fuga.

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Giovanna Repetto

Ultimo (speriamo) Ultimatum alla terra

Questa volta l'ultimatum bisognerebbe darlo al regista e allo sceneggiatore, caso mai avessero in mente di ammannirci altri prodotti del genere.
Parlo senza pregiudizi. Si sa che i remake ispirano sempre una certa diffidenza, e forse il modo migliore di vederli è prescindere completamente dal ricordo dell'originale, accettando di immergersi in un'esperienza nuova. Ma anche così questo film non funziona. E non certo perché gli Autori non si siano ispirati all'antico film di Robert Wise. Tutt'altro! Lo citano abbondantemente. Secondo me lo hanno visto ma non ci hanno capito niente.

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