Racconti
Underdogs n.3
Eccomi di volata ai microfoni per voi che siete in ascolto, affamati di underdogsnews! PeeDee vi regala con l'increspamento di note stridule, il blues della Via Lattea – Galaxy blues – registrato on the road a NewOrleans; interprete e autore sono sconosciuti. Alla richiesta di spifferare il nome, il bluesman si alza e se ne va ringraziando per gli spiccioli accattonati.
"Thankya, thankya!" Grazie. Grazie! E lo vedi sparire a culo storto coi cent che tintinnano in un sacchetto mezzo velluto e mezzo tweed.
Underdogs n.2
Buongiorno a voi che siete in ascolto! Filo diretto, oggi, con le underdogs' news! Questo è un real meetin' point, un luogo d'incontro verace e cordiale.
Emerge lei, Little Laura Duke da queste frequenze e per favore, non smadonnate, non accalcatevi, non clacsonate su per quello svincolo, non ammazzatevi con quei carrelli e se potete, uscite da 'ste installazioni della circolazione delle merci e delle persone. Parliamo stamani di aspetti dell'io, l'io tutto io, l'io di mio cugino, l'io tutta identità e singolarità e niente collettività, l'io del mio vicino e lo spazio che non basta mai! Vi siete visti?
Underdogs n.1
Sono cronache, pezzi di attualità, che però sembrano racconti. Perché innanzitutto riflessioni. Questo è il numero uno. Ne seguiranno altri. Buona sintonizzazione
Lycopersicum
- Graziella, cosa vuoi per cena?
Sua madre la tediava con domande insulse. A volte sembrava che non trovasse altro pretesto per comunicare con lei.
...ti stanno aspettando
Le 22, 15 minuti e 57 secondi.
Come al solito Marina si trovava in ufficio anche quella sera da sola. L'orario di lavoro era finito già da un pezzo per gli altri, ma essere a capo di una grossa azienda pubblicitaria comportava anche cose così. E a lei francamente piaceva. La sua era una "banale storia di successo", come spesso si compiaceva nel definire la sua situazione. Nemmeno tre anni prima era poco più di una segretaria. Poi gli eventi.
L'offerta
Quando morì Arnaldo Mussolini (che fu il ventuno dicembre del trentuno), io lavoravo come bidello nel Regio Istituto Commerciale Lorenzoni di Forlì.
Siete mai stati a Forlì? Avete presente l'istituto? L'avete mai visto?
Se avete visto l'Istituto, se avete davanti agli occhi com'era fatto (poi i bombardamenti l'hanno tirato giù), potete capire meglio la mia storia, almeno io credo così.
Perché l'Istituto era un edificio grosso, scuro, fatto di mattoni che sembravano diversi dagli altri, perché sembravano più pesanti, più tozzi, più tristi insomma.
Tutto l'edificio era triste.
L'onda chiara
In un punto imprecisato della Francia mia madre dice: "Potrai tornare qua quando vorrai. Hai tutta la vita davanti a te" e partiamo. Io ho nove dieci anni, mettiamo, i miei sono molto giovani. Mi portano spesso nei loro viaggi in macchina, viaggi avventurosi, e quando le cose scorrono fuori dal finestrino il mondo mi sembra un luogo incredibilmente profondo. Andiamo per deserti, montagne, promontori marini, attraversiamo fiumiciattoli, sempre con una Volkswagen cabriolet rossa
Il volto del padre
Da vecchio, in un tentativo di bilancio, posso dire che ho vissuto. Posso anche arrischiarmi a dire che, in una certa fase del mio percorso, sono diventato uomo. Non è facile per un essere umano diventare uomo. Non è facile diventare uomo senza padre. Non è facile diventare uomo nonostante il padre.
Di mio padre sapevo soltanto che era un medico, e che era morto in un incidente che aveva lasciato anche a me delle brutte cicatrici.
Partire
Partire. Andare per mare. Ci sono dei momenti nella vita in cui sembra che non ci sia altra soluzione.
All'età di quarantotto anni Anselma D. si ritrovò con una vita già in parte spesa e un po' di soldi ancora da spendere. Oltre a ciò disponeva di poche cose: un nome che le era sempre sembrato orribile, una faccia che a voler essere ottimisti era semplicemente banale, un lavoro scelto per caso, poche conoscenze e nessuna amicizia, e infine l'ombra di un uomo giusto sempre atteso e mai arrivato.
THAT'S A MOVIE!: Una notte a Dar El Salàm (traduzione dal francese ed adattamento di Vera Barilla)
"Acc...!", mormorò Svetlana, consegnando la busta piena di documenti a Parsifal: "Bisogna far presto, altrimenti Segovia ci farà a pezzi!"
"Ne convengo", rispose Parsifal il convegnista, e senza por tempo in mezzo, si alzò, estrasse dalla fondina una Raven 25 e scaricò l'intero caricatore sulla bionda. Quindi pagò il conto, e se ne andò da Gurdjieff, il quale, ricevendolo, lo squadrò da capo a piedi: "Ma tu non assomigli a Tomate!", gli sussurrò, con la sua fronte sfrontata.
"No", disse Parsifal l' Oristanese, con un ghigno sardonico: "Ma ciò, che importanza può avere?"
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