Racconti

Sorrisi e lacrime
Una specie di primo giorno di scuola.
Le sensazioni provate allora dovevano essere più o meno le stesse anche se stavolta non avrebbe trovato classi vivaci o maestri severi.
Si guardava attorno incrociando gli sguardi di camici verdi e bianchi, tutti indistintamente attratti dal tessuto bianco a pois multicolore che spuntava dalla sacca di tela e dalle enormi scarpe blu con la punta bombata appese per un laccio alla maniglia del borsone(...)

Viva voce
Più che un racconto, un resoconto. Una narrativa esteriore concernente PiùLib(e)ri, fiera della piccola e media editoria (e del pitipitumpàaaah) in Roma (7-10 dicembre).

In bilico
"Un giorno come un altro..."
Anche quel lunedì mattina suonò la sveglia.
Sara la sentì distintamente fino a diventare un tutt'uno con i battiti del suo cuore.
Sarebbe rimasta così, ferma, nel suo letto, con i capelli sciolti che cadevano giù, per l'intero corso di quella giornata.
Poi si ricordò che non poteva permetterselo.
Con gli occhi ancora chiusi tirò fuori la mano dal caldo della coperta e sfiorando a caso i tasti riuscì a spegnerla.


Rumori
Un uomo, poco importa il nome e poco importa anche l'età ma diciamo un uomo sui cinquant'anni così per farvelo immaginare un po' e già che ci siamo diciamo anche di altezza media corporatura robusta capelli corti brizzolati occhi grigio-verdi occhiali naso regolare labbra abbastanza carnose con il labbro superiore parzialmente nascosto da un paio di baffi folti leggermente più scuri dei capelli mani grandi con unghie ben curate vestito in modo elegante anche se sportivo scarpe da passeggio pantaloni di velluto millecoste (...)

Alla finestra
All'inizio dell'estate, quando i sipari delle finestre si riaprivano sulla commedia umana, lei rivedeva il suo vecchietto. Non sapeva niente di lui, se non che era il suo dirimpettaio, al di là della strada. Si meravigliava, ogni volta, che si fosse mantenuto in vita nel lungo inverno. Si vedeva bene che era un uomo arrivato al capolinea della vita. Eppure stava fermo lì, in bilico, anno dopo anno. La stanza che lei vedeva era una sala da pranzo. Mobili e tappezzeria erano di quelli che non si usano più. Non era antiquariato, solo roba vecchia, e vi doveva ristagnare un sentore di stantio. Così le pareva (...)

IL ragazzo del circo
Una bomboniera di cartapesta, grossa poco più di uno sputo di un cammello, è ferma da tre giorni in uno slargo polveroso a pochi chilometri da casa: è il circo di Brema.
Guardando il via vai di gente che nelle prime ore del mattino è esagitato e quasi isterico (nelle prime ore del pomeriggio si placa improvvisamente, come se il luogo fosse un piccolo cimitero di paese) mi vien da pensare che l'origine teutonica dei suoi componenti sia la stessa dei componenti delle torte di mele: estremamente variabile(...)

Lo sguardo di pietra
L'illusione dell'infanzia è che tutto sia per sempre. Gli alberi, il profumo del mare, una canzone sentita alla radio, il sorriso di tua madre. Ti guardi intorno e la cerchi nell'angolo dove stende i panni.
- Posso uscire adesso?
- Dopo i compiti ho detto
- Ma mancano solo due! E poi se cala il sole non posso giocare più. Ti prego... (...)

Ballando nella luce (omaggio a Fred Astaire)
In occasione della sua vittoria al premio "Strega" riproponiamo il racconto gentilmente concessoci da Sandro Veronesi che è un delicato omaggio ad una delle figure più leggendarie dell'immaginario cinematografico, e non solo: Fred Astaire

Changement d'adresse
Milano, 1989
Gli occhi di Vanni non vedono lo stillicidio profumato del caffè sui bordi delle tazze. Il viso è rivolto verso l'espresso-bar vicino alla finestra, ma lo sguardo si frantuma in un verde screziato, di pioppi, fuori dal palazzo. Il vetro doppio dell'appartamento ricaccia fuori il trambusto degli uccelli, la cucina galleggia nel silenzio (...)
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