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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Henning Mankell

Piramide

Marsilio, Pag.409 Euro 17,00
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Scrive l'autore nell'introduzione: ...ho capito che il sottotitolo della serie doveva essere "I romanzi dell'inquietudine svedese.

Avrei dovuto trovarlo prima. Questi romanzi, in fondo, pur nella loro varietà, hanno sempre girato attorno a un unico tema: che cosa è successo negli anni novanta allo Stato di diritto? Come può sopravvivere la democrazia se il fondamento dello Stato di diritto non è più intatto? La democrazia ha un prezzo che un giorno sarà considerato troppo alto e che non vale più la pena pagare?


Belle domande no? Ma Mankell, per bocca della sua creatura, l'ispettore Wallander, aveva già più volte espresso tutti i suoi dubbi. Penso alle dichiarazioni sconfortate ne La quinta donna: La Svezia che era stata la sua, quella dove era cresciuto, il paese che era stato costruito dalla fine della seconda guerra mondiale, non aveva delle basi così solide come avevano creduto. Le fondamenta di quella società poggiavano su una palude.

Penso anche al romanzo Assassino senza volto, costruito interamente sull'onda emotiva dell'assassinio di Olaf Palme che per la Svezia è stato una sorta di 11 settembre, incentrato sulla paura degli stranieri (un caso che i responsabili siano di nazionalità ceca?) e attraversato da chiare avvisaglie di un nuovo nazionalismo fanatico ed esasperato.

Wallander dunque schiacciato dall'angoscia di un futuro incerto e pericolo, che addiziona la mestizia di una vita sentimentale andata a rotoli ed un'innata propensione, tutta dell'uomo, alla malinconia e allo struggimento.

Piramide non è tra le migliori cose di Mankell, e cerchiamo di spiegarne i motivi, ma va letto assolutamente perché costituisce un perfetto trait d'union con le precedenti cose e costruisce una sorta di blocco letterario da prendere in toto.

Perché non è tra le cose migliori di Mankell? Perché si ha l'impressione che i 5 racconti della raccolta siano stati forzatamente costruiti per esigenze di mercato (a volte le esigenze scaturiscono dal volere del populo, lo fece Conan Doyle quando fu costretto a risuscitare Sherlock Holmes fatto morire in uno scontro col nemico di sempre, Moriarty. Non lo fece invece Agatha Christie che "suicidò" la sua creatura più cara, Poirot, senza troppi clamori. E nemmeno Didier Daeninckx che fece morire il "suo" ispettore Cadin in una delle pagine più belle e commoventi del noir contemporaneo) più che per una personale inclinazione all'ordine delle cose.

Ma ci sono elementi, nonostante tutto, che inducono alla riflessione: pensiamo all'episodio iniziale, una specie di battesimo a tutti gli effetti, dove un ventenne Wallander è alle prese con la contestazione post-68, con un padre energico che gli contesterà l'appartenenza alla polizia e con una ragazza che lo schiaffeggia pubblicamente per averlo riconosciuto tra i picchiatori delle forze dell'ordine.

Sappiamo che Wallander è creatura di tutt'altra pasta, accostato, e giustamente per una volta tanto, al Maigret simenoniano, per quell'inquietudine severa e continua che lo disegna fragile o addirittura assente, che non rinuncia all'alcool per coprire le falle della propria sensibilità. Crepuscolare e non al passo coi tempi.

Forse le angosce dell'uomo (e dell'autore che lo ha definito) non sono politiche (perché a tratti sembrano preludere ad un conservatorismo di facciata che mal si confà a tutto il resto), ma di pura sopravvivenza, dove nemmeno i fallimenti sentimentali ed umani bastano a spiegare l'abdicazione alla vita.

Piramide tenta di riannodare tutti i fili (il racconto che da il titolo alla raccolta è uno sviluppo di una trama appena accennata ne La falsa pista) con troppo mestiere: nulla è lasciato al caso, come se si dovessero riempire le caselle di un cruciverba senza schemi (semmai, paradossalmente, chi invece vive di continui scossoni è proprio la creatura nata per portare il peso delle storie) e resta alla fine la sensazione di un esercizio di stile aggraziato, ma sterile.

Ma si diceva: va letto perché un unicum. Rinuncereste ad una nuova ed inedita avventura di Poirot solo perché vi racconta la sua infanzia di bambino antipatico



di Alfredo Ronci


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Gustoso


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E partirei da una considerazione che fa Fanny Klarstrom, una dei personaggi minori della vicenda: Ero una comunista convinta. In un certo senso lo sono ancora. L'idea di un mondo fondato sulla solidarietà continua ad essere la sola cosa in cui credo. L'unica verità politica che non può essere messa in dubbio, almeno secondo me.

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