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Il Paradiso degli Orchi
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I Classici

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Alfredo Ronci

La vertigine dei generi in Mario Soldati: 'La verità sul caso Motta'.

Scriveva anni fa Alberto Arbasino: ... in fondo noi viviamo in una famiglia, abbiamo tre padri, lui [Moravia], Soldati e Brancati; abbiamo tre zii anziani, Gadda, Comisso e Palazzeschi, fratelli di nonni che non sono mai esistiti, e due zii giovani, Bassani e Flaiano.
Dunque lo scrittore di Voghera inseriva nella lista dei padri putativi Mario Soldati del quale, inopinatamente, non amava il grande successo Le lettere da Capri, anche se confessava che il giorno che faccio un romanzo mi viene fuori uguale.

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Alfredo Ronci

La borghesia disgregata di Michele Prisco: 'Una spirale di nebbia'.

Si sorrideva sere fa per celia e per disappunto alla vista di due film in tv, giovanilistici per mercato e limiti, che disquisivano di crisi di mezza età e logoramento di sentimenti: Baciami ancora e l'impossibile universo mocciano di Scusa ma ti voglio sposare.
Il sorriso nasceva dall'esproprio d'intelligenza della prima pellicola mentre il disappunto nasceva dalla natura paradossalmente ambigua della seconda:

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Alfredo Ronci

Il sesso come grido di rivolta: 'Agostino' di Alberto Moravia.

Era il 1942 quando Moravia scrisse Agostino: in piena tempesta bellica. Ed era a Capri, insieme ad Elsa Morante (appena due anni dopo, nel 1944, saranno 'latitanti' in Ciociaria, sfuggendo all'arresto). Un apparente contesto borghese, quando della borghesia lo scrittore romano aveva già assestato bordate e s'apprestava a continuare. Come infatti non interpretare l'atteggiamento e le voglie del giovane Agostino come una frattura col mondo ovattato in cui era cresciuto e dal quale vuole scappare anche se ignaro di future e dolorose inquietudini?

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Alfredo Ronci

Il dopoguerra falsamente frizzante di Arbasino: 'Le piccole vacanze'.

Quasi paradossale che un libro pensato per scavalcare il ricordo della guerra e proporre una letteratura lontana dal neorealismo, cominci così: Quando i bombardamenti sono finiti davanti alle prime foglie finiva anche l'inverno e noi non avevamo più nessuna voglia di tornare in città anche se le scuole non erano finite.
In realtà vi era l'assoluta intenzione di cesura: Piccole vacanze uscito nel 1957 - anche se i racconti che compongono l'opera, secondo la testimonianza dello stesso Arbasino, furono scritti tra l'estate del '54 e quella del '55

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Michele Lupo

La letteratura contro se stessa. 'La promessa – Un requiem per il romanzo giallo' di Friedrich Dürrenmatt.

Il romanzo La promessa – Requiem per un romanzo giallo, del 1958, contiene un assunto chiaro e programmatico: la vita è una cosa, il romanzo giallo un'altra.
L'intreccio: è questo l'inganno che il dottor H., ex comandante della polizia cantonale di Zurigo, non sopporta nei romanzi gialli. Per dare una dimostrazione della sua tesi, secondo la quale nelle trame romanzesche "tutto accade come in un partita a scacchi,

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Alfredo Ronci

Donne in odor di modernità: 'Nessuno torna indietro' di Alba De Céspedes

Scritto nel 1934, pubblicato nel 1938, ebbe straordinario successo, tanto che alla diciassettesima edizione il regime fascista si sentì in dovere di censurarlo, perché scomodo: cosa accidenti erano quelle donne che farfugliavano di libertà dai maschi, che erano madri senza essere sposate e che reclamavano una sacrosanta dignità? Ben lontane dunque dall'immagine delle 'figlie della lupa', delle 'piccole italiane' e delle 'giovani italiane', esempi femminili a cui il regime non ha ancora dato uno status politico (le donne continuano a non votare) e che vuole relegare in un ambito strettamente casalingo anche se supportato ed abbinato ad una ferrea disciplina sportiva.

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Alfredo Ronci

Il suo biglietto d'addio: 'La luna e i falò' di Cesare Pavese.

Mai titolo fu stimolo d'interpretazioni così ampie, perché La luna e i falò non è solo un requisito essenziale per capire la sostanza pavesiana e la sua 'contadinità', ma paradossalmente argomento contrario, di metafora in metafora, il senso della vita, della morte e della battaglia politica.
Vediamo meglio: protagonista un emigrante che tornato dall'America ripercorre, insieme al suo amico d'infanzia Nuto, vie e luoghi della sua giovinezza:

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Alfredo Ronci

Vedi Napoli e poi fuggi: 'Il mare non bagna Napoli' di Anna Maria Ortese.

L'Ortese confessò che nel periodo in cui scrisse Il mare non bagna Napoli era preda di nevrosi, per la quale scoprì causa solo dopo: la metafisica. Che per molti è parola-grilletto e che spesso ha capacità di spiazzamento e di frantumare il presente.
Noi riconduciamo il tutto ad una linearità volutamente marcata e proprio nel significato più diretto o forse semplicistico diciamo: contrapposizione alla realtà. E questa crediamo fosse il significato delle fratture della scrittrice, che non esitò ad aggiungere:

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Alfredo Ronci

La vendetta del non saper vivere: 'Le due zittelle' di Tommaso Landolfi.

Idolina Landolfi, figlia di Tommaso, e traduttrice di valore e pregio, nell'edizione del libro che andiamo a curare, s'industria sulla sua storia editoriale: che può essere curiosa ed illuminante, ma toglie l'essenza ad uno dei racconti più straordinari del novecento europeo.
Sì certo, la contesa dello scritto tra l'editore di allora Enrico Vallecchi e Bompiani, che pubblicò nel '46 Le due zittelle fu anche accesa, tanto che il primo andò su tutte le furie nel vedere il volumetto pubblicato diversamente, ma rimane in sostanza diatriba ininfluente:

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Alfredo Ronci

La realtà che mangia se stessa: 'Il serpente' di Luigi Malerba

Riflettendo sulla storia 'recente' bisogna dire che il nostro romanzo, nonostante una certa coerenza di fondo, ha sempre subìto scossoni di un certo rilievo: già a fine ottocento Vittorio Imbriani certificò , soprattutto con Dio ne scampi dagli Orsenigo, una certa insofferenza, attraverso la parodizzazione, per il melenso sentimentalismo di quei tempi. E che dire di Bontempelli, degli stessi futuristi e per altre 'sponde' la tentazione neorealista, che scardinava anche il dannunzianesimo, di Eurialo De Michelis?

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