RECENSIONI
Henning Mankell
Ricordi di un angelo sporco
Marsilio, Pag. 397 Euro 19,50Dopo qualche anno dai documenti sparisce ogni traccia della sua presenza. Compare dal nulla e scompare senza dar nell'occhio come è arrivata.
Chi era? Da dove veniva?
Ed ecco che Mankell, sulla base di queste informazioni e lasciando da parte le sue indagini poliziesche, imbastisce un romanzo su una svedese tenutaria di un bordello in Africa.
La lettrice di romanzi gialli quale sono io, pur se non di primissimo pelo e sottraendosi all'idea che solo il delitto può entusiasmare, s'aspettava dall'ormai famoso scrittore una riuscita ben diversa e una 'presa' più accattivante.
Macché, Ricordi di un angelo sporco è una palla al piede. T'induce ad una lettura lenta e noiosa e il risultato finale è l'idea di aver avuto a che fare con un'operina che forse avrebbe avuto una sua ragione d'essere anni fa, quando la gente sdilinquiva per film come Via col vento e le persone erano molto, ma molto, più ingenue e 'romantiche' di ora.
Siamo seri: cosa vuoi che ci possa interessare di una povera morta di fame svedese che per sopravvivere abbandona la sua terra ghiacciata e se ne va in mare dove ben presto sposa un marinaio che poverino muore dopo due mesi. Per non dover fare i conti coi ricordi e col 'fantasma' del marito, sempre la disgraziata lascia la nave e in terra africana conosce un tenutario di un bordello che la sposa, ma pure questo muore dopo poco lasciandole in eredità una cospicua somma di denaro e terreni e trasformandola da negletta a ricchissima signora.
Della serie: quando si dice culo (io ancora devo trovare il mio principe azzurro che mi trasformi da zitella un po' inacidita e appassionata di gialli, a signora con la puzza sotto il naso e con un giro collo d'oro e diamanti).
Cinquant'anni fa se ne sarebbe fatto un film: oggi s'è fatto un romanzo fuori tempo ed anacronistico, partorito da uno scrittore in genere sapiente e molto simenoniano nelle avventure poliziesche. Ma Simenon quando non scriveva di Maigret era ancora più grande, secondo alcuni immenso, Mankell, dopo aver lasciato Wallander, si trova a sguazzare in romanzetti quasi rosa 'regalati' a lettori spenti e senza luce negli occhi.
Provare per credere: volete vedere il mio sguardo? Si accettano prenotazioni previa spedizione di foto.
di Eleonora del Poggio
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Piramide
Marsilio, Pag.409 Euro 17,00Scrive l'autore nell'introduzione: ...ho capito che il sottotitolo della serie doveva essere "I romanzi dell'inquietudine svedese.
Avrei dovuto trovarlo prima. Questi romanzi, in fondo, pur nella loro varietà, hanno sempre girato attorno a un unico tema: che cosa è successo negli anni novanta allo Stato di diritto? Come può sopravvivere la democrazia se il fondamento dello Stato di diritto non è più intatto? La democrazia ha un prezzo che un giorno sarà considerato troppo alto e che non vale più la pena pagare?
Belle domande no? Ma Mankell, per bocca della sua creatura, l'ispettore Wallander (...)
Il ritorno del maestro di danza
Marsilio, Pag.491 Euro 18,50Andiamo con ordine. 1999 Henning Mankell pone fine (almeno crediamo, ma ci farebbe piacere essere smentiti) alle avventure del commissario Wallander pubblicando Piramide (uscito sempre per Marsilio l'anno scorso). Un'antologia di cinque racconti che ripercorre la storia intera dell'ispettore più vicino a Maigret che la storia del poliziesco contemporaneo ricordi, dagli esordi durante la contestazione del sessantotto, a momenti decisamente più recenti.
Il cinese
Marsilio, Pag. 587 Euro 19,00Skare, freddo intenso, solstizio d'inverno.
Nei primi giorni di gennaio del 2006 un lupo solitario entra in Svezia dalla Norvegia attraversando il confine a Vauldalen. Un uomo che guidava un gatto delle nevi sostiene di averlo intravisto poco lontano da Fïallnäs, ma il lupo scompare nella foresta...
Ma con un inizio così voi che dite? Mankell allo stato puro. E invece,
L'uomo inquieto
Marsilio, Pag. 557 Euro 19,00Per una volta tanto sono d'accordo con gli strilli di copertina. Si dice di questo libro: Sicuramente il romanzo più toccante della serie di Wallander. Vero: e direi anche il più politico.
E partirei da una considerazione che fa Fanny Klarstrom, una dei personaggi minori della vicenda: Ero una comunista convinta. In un certo senso lo sono ancora. L'idea di un mondo fondato sulla solidarietà continua ad essere la sola cosa in cui credo. L'unica verità politica che non può essere messa in dubbio, almeno secondo me.
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