Racconti
Il pitone
"Prendi il moffo, lo scaldi sul filtro della sigaretta" Incastra il cubetto nel filtro che tiene tra medio e anulare della mano sinistra aperta a conca: con l'accendino ci passa sopra per qualche secondo "Poi lo sbricioli" nel palmo della mano il cubetto marrone si sfalda e diventa tante briciole "Rompi la sigaretta dalla parte della colla" con la destra fa roteare la sigaretta e poi, individuato dove la carta si gira su se stessa, lecca seguendo la lunghezza.
Underdogs n.15
Ehi, facce da reclame appiattite dal grasso antipiega è ora di rollare, darsi una rinvigorita vibrante e vitale! Nessuno vi chiede di scattare se non l'avete capita, questa è l'ora! That's the time to begin with PeeDee on air! Per voi in ascolto, Dust my broom! Se è vero che il mattino ha l'oro in bocca, cos'è 'sto ansito che feta? Avete soggiornato nei tunnel delle scoregge per ottenere la fiata brulè, alito da pony, per essere delicata!? Razza di fogne dentate, hanno inventato le acque dentifricie da un pezzo!!
Una bizzarra coincidenza
Si recò in cucina per tracannare mezzo bicchiere di vino rosso e per trangugiare un tramezzino col prosciutto. Nella cucina aleggiava il profumo del sugo ai funghi. Dalla finestra spalancata entravano raffiche sferzanti di vento e il rumore del traffico. Ma Antonio teneva sempre aperto, perché fumava anche in cucina. Quel giorno aveva il raschio alla gola. Giunse improvviso un colpo di tosse. Guardò in giardino. Era da mesi che sua moglie lo aveva trascurato. Era lei che se ne era sempre occupata. Era la sua passione. Erano un po' trascurate anche le ortensie. Sua moglie ci teneva in particolar modo alle ortensie.
Me ne vado in Tedeschia
Io mi chiamo Lonel Ureche, anche se i conoscenti mi chiamano Lonely.
Avevo quattordici Leu ed ottantacinque nel momento in cui la barca arrivò a Bratislava; il Dunarea sembrava sporco d'arretrati, nonostante Luglio passato fosse lontano undici mesi e diciassette giorni: era il tredici giugno del millenovecentosettantadue... quando Pavel mi puntò tra la folla e guardando ai miei piedi disse "Se io fossi ricco, amico, non ti farei pagare un Leu; anzi, ti comprerei un paio di papuci"; poi, mi tirò per la manica sull'imbarcazione.
Surf
I
Qui è sempre un mercoledì da leoni. Le onde non mancano e neppure i surfisti. Se si scatena il vento, vedi innalzarsi i muri d'acqua: tre, quattro metri, a volte cinque, sei, anche di più! E' spettacolo nello spettacolo. Io ho paura. Non so cavalcare il mare; temo l'imprevedibilità, il mostro che spalanca le fauci e inghiotte trascinandoti giù nell'abisso della schiuma.
I temerari sono miei amici: mi limito a guardarli e mi diverto.
Underdogs n.14
Bentrovati sulle frequenze mondiali della radio open air di Pee Dee! Non uscirete vivi dalla vita, dunque godetevela al sapore di fragola! Se non sapete che cos'è un warehouse party, se la tv vi ispira un certo style, se la vostra malattia è una specie di sensibilità controllata che vi impedisce il movimento, se siete portati a reprimere ogni sano anelito alla relazione sessuale perchè non sapete se state investendo sul personaggio giusto, be', sarà dura per voi comprendere il fiotto di cose che sta per travolgervi attraverso il canale, che trasmette libertà!!
Trixy
La linea dei capelli che disegnava sulle teste era sempre la stessa, centinaia di teste, per anni, erano passate da quelle mani: due, tre generazioni, teste tutte uguali. Alvaro conosceva le storie di tante vite, e le riflessioni di tanti uomini, come una zingara e più di un buon confessore, dispensava consigli vigorosi, scagliava maledizioni sciamaniche, predizioni, contro ogni tipo di malessere aveva una cura possibile; tagliarsi i capelli o radersi purificava più della messa domenicale, in realtà un'ora di terapia, piuttosto che di rimessaggio della testa. I capelli ricrescono come i pensieri, sono un loro prolungamento,
Napoli centrale
L'uomo che è appena salito sull'Intercity Milano Napoli, qualcuno lo avrà pur riconosciuto, è il noto poeta e romanziere napoletano Giuseppe Piedimonte. A dirla tutta, non scrive nulla da 6 mesi con gran pena dell'editore. Proprio ieri sera nel corso di una cena informale, l'editore, prendendolo in disparte, gli ha chiesto di produrre, produrre, produrre. E stavolta, con tono minaccioso. Giuseppe, con l'occhio spento che lo caratterizza da sei mesi a questa parte, prova a giustificarsi,
Armistizio
I lampioni scivolano veloci di fianco alla mia Prius, avvolti dal buio come i miei pensieri. Gocce di pioggia appuntite scintillano sul parabrezza, spazzate via ogni quattro secondi da uno spietato colpo di tergicristallo. Il piede destro accarezza l'acceleratore senza forzare.
Risalgo il vialone che immette in città seguendone il profilo d'asfalto morbido e ondeggiante, adagiato lungo quello che è stato il declivio di una vallata verso il mare.
Cosmologia
N-e-r-a.
Nessun commento, davvero. Non mi va di fare nomi. Non dovrei essere catastrofista, lo so. In pochi minuti sto già demolendo quei pochi fragili scheletri fuori dall'armadio, seduti comodamente sulla poltrona di casa mia. Mi guardano con le braccia conserte in segno di disappunto. Credo che non sia stato un bene il mio sfratto esecutivo. Ma non ci posso fare niente. La turbina ormai è stata innestata e il ragionamento è autonomo e completamente anarchico, sovversivo. Non sono davvero in grado di fermalo a questo punto. Maledetta telefonata...Non potevo essere a corto di credito sul cellulare?! "NO", mi rispondono in coro.
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