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Il Paradiso degli Orchi
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Recensioni

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A. Klimowski, D. Schejbal

Il maestro e Margherita

Guanda Graphic, Pag. 128 Euro 16,00

Dalì non hai mai rischiato di essere un grande pittore, ma era uno che sapeva tutto sull'avidità: il suo anagramma (e un anagramma vale sempre più di venti anni di psicanalisi per conoscere un carattere e un destino) era non a caso 'Avar Dollars'.
Ne sapeva così tanto che, a sfregio delle modeste visioni degli economisti moderni, i quali insegnano che sul medio termine siamo tutti morti, quando parlava di successo, e di successo commerciale, intendeva qualcosa come una cassa continua, una fonte di guadagno inesauribile:

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A cura di F.Coniglio e A.Veneziani

Metti un tigre nel motore. L'immaginario pop degli anni 60/70

Coniglio Editore, Pag.192 Euro 24,50

Detta così la cosa potrebbe essere insensata, ma gli anni sessanta hanno innumerevoli immaginari. Qualche giorno fa mi sono rivisto una vecchia puntata di Sfide, un programma Rai che se uno ha pazienza di pescarlo nella programmazione impazzita di Rai Tre può riservare delle bellissime sorprese. Era dedicata alla carriera e alla tragedia di un grande del calcio italiano appunto degli anni sessanta: Gigi Meroni. Il calciatore prima del Genoa e poi del Torino che fece innamorare uomini e donne per il suo anticonformismo,

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Francisco García Pavón

Il regno di Witiza

Sellerio, Pag. 275 Euro 12,00

Operazione nostalgia, che ogni tanto Sellerio fa soprattutto quando si tratta di giallo classico. E qui ci siamo proprio immersi, con tutte le chincaglierie di 'regime' (espressione che per fortuna uso solo io, ma che ha ormai perso l'aura dell'hapax) del caso.
Il regno di Witiza dello spagnolo Francisco García Pavón che, nell'introduzione curata da un'altra giallista – sempre in catalogo Sellerio – Alicia Giménez-Bartlett viene indicato come uno dei precursori, se non addirittura caposcuola del genere, è una sorta di carosello di vecchi luoghi comuni: intanto le donne o sono tutte mignotte, o sono vedove o stanno a casa a pulire e rammendare, altro posto non trovano.

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Carlos Ruiz Zafon

Il gioco dell'angelo

Mondadori, Pag. 676 Euro 22,00

Ebbene sì, hanno ragione i critici à la page. Ruiz Zafon forse non è un bluff ma di sicuro puzza come il pesce dopo un certo numero di giorni. E sta alla grande letteratura spagnola come Elisa sta alla grande musica internazionale d'autore (o come Ligabue sta al rock, infatti duettano). Però, c'è un però. Leggere i suoi romanzi è come concedersi un diversivo, uno svago da ragazzini capricciosi. Entrare nel retro di una pasticceria e avere il permesso del cuoco di usare tutti gli ingredienti che si vuole per farsi un bel dolce. Qui, gli ingredienti li mette il cuoco autore: con sapienza e furbizia.

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W. Somerset Maugham

La lettera

Adelphi, Biblioteca minima, Pag. 28 Euro 5,50

Un qualche tempo si vede pure che era passato dai cuori di tenebra di Conrad e la Società Internazione per la soppressione delle Usanze Selvagge aveva trionfato; e nel migliore dei modi: unendosi al nemico.
Siamo a Singapore, in un apocalisse ora e subito di fiumi di macchine, camion e bus, auto private e taxi, tutti a suonare il clacson; tutti ad ansimare e urlare in una visione che profetizza con apprezzabile audacia la Tiburtina ora, o meglio all'ora di punta di un qualsiasi giorno settimanale.

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Francisco José Viegas

Un cielo troppo blu

laNuovafrontiera, Pag. 282 Euro 17,00

E volere un cielo blu, un cielo così blu da nascondere il ricordo delle tempeste, dei fulmini in mezzo al cielo, della pioggia spinta fino alle finestre di casa. Un cielo troppo blu che offusca la nitidezza di ciò che è vicino o la purezza di ciò che si avvicina, come una vertigine. (Pag. 271).
Curiosamente il colore di questo noir non è nero, ma blu: che è il colore della malinconia, della tristezza. Gli afroamericani avevano i blues quando raccoglievano il cotone nelle piantagioni sterminate.

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Jean-Marie G. Le Clezio

Le due vite di Laila

ilSaggiatore, Pag. 186 Euro 12,00

Avevo due vite. Di giorno, con Houriya, le pulizie dalla mia redattrice e la spesa nel quartiere cinese, dove tutti mi trovavano molto gentile. Andavo anche a vedere Nono mentre si allenava nella sua palestra pugilistica, a Barbès (...) La notte, tutto cambiava. Diventavo uno scarafaggio. Andavo a raggiungere gli altri scarafaggi, alla stazione Tolbiac, ad Austerlitz, a Réaumur-Sébastopol. A me questa ragazzina di colore rapita dal suo villaggio quando era piccola, poi allevata da una nord africana, che si esprime con molta elementarietà,

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James Matthew Barrie

Echi di guerra

Libreria Croce, Pag. 128 Euro 15,00

Una manciata d'anni dopo la pubblicazione del Peter Pan (1911), nel 1917, il prolifico letterato scozzese Barrie leggeva il sofferto stato d'animo del Regno Unito durante la Prima Guerra Mondiale con quattro storie borghesi, pubblicate in Echi di guerra. Si tratta di quattro prose molto più vicine alla narrativa teatrale che alla narrativa pura, giocate come sono su dialoghi arrembanti alternati a tenui descrizioni di ambienti, o di piccoli movimenti.

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Franciszek Piper (a cura di)

Le lettere da Auschwitz di Janusz Pogonowski

Collana slavica, Pag. 85 Euro 10,00

Rileggendo poco tempo fa il ciclo che Bassani dedicò alla sua città, Ferrara, (partendo dall'episodio dedicato a Lidia Mantovani) mi sono imbattuto in questa frase: lasciandosi anche andare a frequenti, amare considerazioni – espresse tuttavia sottovoce, si capisce -, circa la politica anticattolica dei fascisti.
Perché riporto queste parole? Perché nello stesso periodo ho avuto modo di vedere, per la prima volta, il film di Marc Rothemund La rosa bianca. Che fu candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 2005.

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Jonathan Safran Foer

Molto forte, incredibilmente vicino

Guanda (Le fenici tascabili), Pag. 350 Euro 10.00

Quante volte si può riavvolgere un dolore? Una vita?
Quante volte l'essere umano riesce davvero a scoprire l'angolo più antico delle proprie passioni e della complessità che le anima? E che età ci vuole per sentirsi adulti?
Oskar ha perso tutto. Perdendo tutto, lo ha ritrovato nella sua solitudine ora più cosciente, meno giustificata o forse troppo.
Si ritrova a percorrere i sentieri del ricordo con in mano soltanto una chiave ripescata per caso in un vaso. Una chiave che ha un nome scritto: Black.

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