Su Bolano ho qualche dubbio.  Figuriamoci, niente di che, ma a volte mi risulta indigesto (cosa che succede spesso con i letterati dell’America del Sud).
Cerchiamo di ragionare. Sul Paradiso si è detto tanto su di lui e a volte anche (come la maggior parte dei lettori della nostra Italia) in termini decisamente entusiasti. Il mio giudizio (ammettendo che interessi a qualcuno) sta in una via di mezzo.
Parlando di come l’avevo conosciuto dissi a suo tempo: Credo che La letteratura nazista in America di Bolaño sia uno dei libri più stimolanti ed intelligenti che mi sia capitato di leggere. Come orco poi non potevo non apprezzarlo dal momento che l'arte della pseudobiblia ci appartiene e lo scatto d'ingegno dello scrittore cileno, a ben vedere, può davvero competere con precedenti illustri, a cominciare da Borges.
Ma su quello che viene considerato il suo capolavoro, 2666, aggiungevo: Con 2666 Bolaño, ahinoi, non si sottrae a questa pratica: la trama sembra una mera strumentalizzazione rispetto al carosello di inserti, di distanziazioni dal testo, che spiazzano il lettore. (…) Diciamocelo: questa tendenza a strafare, come se il romanzo non fosse un incontro col lettore, ma una specie di creatura frankensteiniana in fieri, non appartiene solo al Bolaño (anzi, in genere il cileno è conciso, stringato e sintetico), ma anche a quegli scrittori presi dal tarlo della creatività a tutti i costi. Qualche nome per non apparire superficiali: De Lillo, Taibo II, Foster Wallace etc.
Ora mi pare evidente che, per quanto mi riguarda, non tutte le ciambelle di Bolano sono venute col buco. Ma allora  perché questa nuova presentazione e questo nuovo interesse per una figura letteraria che era già stata esaminata? Forse perché Sepolcri di cowboy parla di una dittatura. Forse perché s’intuisce dalla portata del libro che l’autore forse si sia trattenuto dall’ordire trame molto complicate. Forse perché, essendo scritti che rappresentano tre abbozzi di romanzi (non facili da capire), c’è il gusto per l’inafferrabile e l’incompleto.
O forse perché, davanti alla tragedia di una dittatura, Bolano scriveva: In strada c’era una Volkwagen con i parafanghi verdi e la tappezzeria di pelle di leopardo. Salimmo in macchina e partimmo. Avevo vent’anni ed era la prima volta che m’innamoravo! Lo capii all’istante… e senza che potessi evitarlo mi vennero le lacrime agli occhi…
Tutto qui. Nient’altro da aggiungere.




di Alfredo Ronci