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Il Paradiso degli Orchi
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Cinema e Musica

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Adriano Angelini Sut

Il Rock europeo che non ha nulla da invidiare al dominio anglo-sassone: I Deus e il loro capolavoro 'Keep You Close'.

Sono arrivati all'ottavo album. Chi l'avrebbe detto. O forse sì, almeno io l'avrei detto. Il gruppo di Anversa, Belgio, tornano dopo tre anni da Vantage Point, con un altro bellissimo, a tratti strepitoso lavoro. Si chiama Keep you close e contiene "solo" 9 tracce. Una più bella dell'altra a dire il vero. Troppo poche. Innanzitutto la title track, il singolo, 'Keep you close', oserei definirlo il singolo dell'anno senza alcun dubbio. Un pezzo che rimarrà nella storia del pop-rock al pari delle tante ballate dei Coldplay.

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Alfredo Ronci

L'altro mondo: 'Celestial Circle' di Marilyn Mazur.

Per carità, non voglio aizzare la cagnara e riproporre l'annosa questione della cultura alta e del suo opposto, ma nella musica di Marilyn Mazur s'avverte una tensione diversa rispetto alle sonorità a cui siamo abituati (qualcuno obietterà: ma non sai che la ECM propone da secoli certe scelte?).
Lei, nonostante sia ancora intorno ai cinquanta, di strada ne ha fatta e soprattutto di gente ne ha incontrata: da Miles a Evans a Shorter e non tacciamo la collaborazione, nel disco precedente, col sax di Jan Garbarek.

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Alfredo Ronci

Venti anni senza Serge Gainsbourg.

Un giorno come tanti e la voglia di iniziare le fatiche del quotidiano con note adeguate: vi è nella scelta della musica un affanno a volte imprevedibile, uno sforzo aggiuntivo. Stavolta la mano è andata sicura: un cd di un po' di anni fa di Jane Birkin, Arabesque, dove la chanteuse francese, con la sua voce fragile, ma liquida, fregandosene delle banlieuses che allora andavano a fuoco, innesta un meccanismo fascinoso di intruglio

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Adriano Angelini Sut

Gli Horrors sfornano l'album più bello e la loro raffinazione musicale li porta lontani dalle emulazioni degli esordi.

Come spesso mi capita, vado in controtendenza. Gli Horrors degli inizi non si potevano quasi sentire. L'ennesima inutile scopiazzatura del revivalismo Joy Division. Primary Colors, il precedente album, portava in sé i germi di un minimo cambiamento, ma anche lì, assistevamo a questa ennesima parata di emuli a tratti imbarazzanti ("Who Can Say" era a dir poco fastidiosa per il livello di scimmiottamento degli echi di Ian Curtis & Co che portava con sé).

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Alfredo Ronci

La topona sa cantare ma manca di coraggio: '4' di Beyoncé

Ne ha fatta di strada la bonazza: se si parla di culo (non fortuna) ha poche avversarie, se si parla di talento canoro qualcuna le è sopra (l'Oscar Jennifer Hudson è di un'altra categoria, l'anima le esce pure dagli occhi quando stende le note), ma è pur sempre un bel sentire.
L'impasto sonoro delle Destiny's child non la valorizzava, ora che s'impegna singolarmente le cose vanno decisamente meglio. Anche lei ha un'anima soul, sarebbe ingiusto e scorretto negargliela, ma purtroppo il business discografico e scelte non sempre oculate la costringono ad un repertorio non sempre azzeccato.

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Adriano Angelini Sut

Ancora un trionfo dall'Islanda, il sontuoso voodoo-rock dei Dead Skeletons.

Che la morte, in tutto il suo orrore esistenziale, sia un momento magico, credo non ci siano dubbi. Che il rock l'abbia celebrata da sempre alimentando tante polemiche inutili, mi pare altrettanto scontato. Quando però spunta fuori un gruppo come i Dead Skeletons, dall'Islanda, e tira fuori un capolavoro genuino e spiazzante come questo Dead Magick, bè, c'è da leccarsi i baffi. E da danzare insieme al loro sound ipnotico. Un mantra.

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La redazione

Gli orchi vanno in vacanza

Il titolo dice abbastanza. Ci meritiamo una pausa. Breve. Perché il 18 agosto saremo di nuovo qui, a offrirvi novità e a dettarvi suggerimenti nonostante il mercato in quei giorni sarà ancora fermo. Ne approfitteremo per presentarvi qualcosa che durante l'anno ci è sfuggito. In attesa di altri eventi (ma quali??).
Buon sole e buon mare, perché come dice Elio de Le storie Tese ...in montagna ci si rompe il cazzo.

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Stefano Torossi

Il quarantesimo del Signor G.

Facciamo adesso un salto verso il mare. Il 2011 è il quarantesimo anniversario del debutto milanese de "Il Signor G". A Viareggio è esploso sabato e domenica 23 e 24 il Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber. Un evento organizzato in grande, in primo luogo per il posto, la Cittadella del Carnevale, uno spazio che sembra Cape Canaveral. Un semicerchio di enormi hangar dove riposano i famosi carri allegorici, e al centro un grande palcoscenico e platea di tremila posti.

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Adriano Angelini Sut

Lo straniamento dolce degli Antlers, fra suoni stellari e melodie accattivanti.

L'indie-rock migliore, che che ne dicano i tanti "esperti del settore", viene dagli Stati Uniti, non dall'Inghilterra. Un'altra delle testimonianze in questo senso viene da Brooklyn. Gli Antlers originano da lì. Sono al quarto album, due dei quali se li sono autoprodotti. (Ebbene sì anche negli Stati Uniti succede che un gruppo straordinario non riesca a trovare un'etichetta). Questo Burst Apart è un album incantevole. Un ripetersi di atmosfere suadenti, di vezzi vocali, di tristezze diluite in suoni espansi.

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Alfredo Ronci

Quante cose nel disco di Nguyen Le: Jazz-rock, free jazz, rimbalzi africani e schegge orientali!

Per chi non lo conoscesse, lui è un chitarrista vecchio stampo, franco-vietnamita, con la fissa per Hendrix (e mica è l'unico!). La sua è una musica che potrebbe essere perfetto tappeto sonoro per un'operazione nostalgica anni sessanta/settanta.
Detta così la considerazione ha le stimmate della malevolenza, e invece deve essere considerata all'opposto. Nguyen Le, privilegiando musiche di un certo tipo e di una certa stagione, è un ottimo cesellatore di atmosfere

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