Racconti
Lo spessore del silenzio
– Rammenti il silenzio?
– Sì.
Mio padre fumava sul balcone. All'una del sole di luglio, scintillante tra i ferri anneriti della ringhiera. Di pomeriggio.
Gli amanti all'ombra dei portoni erano ancora ignari.
Dagli organetti a mano suonavano malinconiche le melodie ferrose degli zingari.
Zio Bernardo prese tra le grosse dita il quaderno, fitto della mia scrittura.
Oggi pranzo con Sharon al Vanilla's.
Oggi pranzo con Sharon al Vanilla's, il nuovo bistrò su corso Casale1, ma nonostante abbia completato con successo tredici esercizi di scrittura, presi direttamente dal Manuale del Perfetto Scrittore, sono ancora estremamente nervoso. E' difficile individuare la ragione di questo mio stato d'animo, ma sono giunto alla conclusione che, molto probabilmente, piacendomi molto Sharon, ho paura di essere rifiutato da lei ed essere rifiutato veramente mi porterebbe vicino al suicidio sull'orlo di un precipizio.
Non mi piacciono i ciccioni ma neanche tanto i magri
Se solo avessi voluto (in testa ho la parola potuto, perché penso sempre che qualcosa mi impedisca di fare qualcos'altro, chissà perché), mi sarebbero bastati 40, che dico, 30 minuti al giorno di palestra. Ora, io non sono palestrata, non mi vedete ma ve lo posso assicurare. Non sono grossa perché non ho potuto. Sono magra. E ho la testa piccola. Perciò mi faccio crescere i capelli, perché la mia testa è piccola e allungata come quella di un uccello con la testa piccola e allungata. Non so niente di uccelli.
Il prestigio della razza
Le luci del teatro si abbassano.
Su una parete bianca è proiettato un «blob» d'immagini dell'Istituto Luce.
Siamo alla fine degli anni Trenta: parate, folle oceaniche, piazze gremite. Il potere mediatico del duce è inarrestabile: in un ennesimo discorso alla Nazione conferma la sua linea filonazista. La gente è in delirio, ci crede veramente. L'Italia è pronta a conquistare il mondo. L'uomo nuovo che avanza è forte, virile e vittorioso...
Underdogs n.23
Non fare domande. Evita di gesticolare. Ringrazia per ciò che ti viene offerto, ma non farti sentire pronunciare "grazie!" Dimostra che non sei un sopravvissuto. Entra nella casa del sogno. Non metterti a spolverare. Ascolta "Down side blues". Scopri gli scrigni. Apri le porte e tutte le finestre. Osserva i gioielli. Non rubare. Cogli la luce, le pagliuzze d'oro e di giada. Guarda le tue mani. Le dita si allungano uguali a fili, è la luce che sgorga dalle materie. Stai facendo tesoro di questa esperienza? Indossa un sorriso. Sorprenditi a piangere. Abbraccia la bestia.
E sono già via
Semaforo rosso.
Oggi poi li becco tutti io.
Si insomma non è proprio rosso, è giallo.
Dicono sia la stessa cosa e che ti devi fermare lo stesso.
Allora a che serve il giallo?
Come sempre inchiodo, perchè a questo serve il giallo.
Altrochè a farti rallentare! Regolarmente freni bruscamente per paura delle multe, delle telecamere nascoste sugli alberi e ti pianti sull'asfalto, sperando che quello dietro non ti entri dentro con tutta la famiglia.
Letting go
Poi c'era la faccenda del sesso, certo.
Elena prese i pomodori dal frigo. Era ancora pungente il ricordo quando, fresca di matrimonio (ma anche prima, molto prima), si lasciava invadere dalla gioiosa irruenza di un Emanuele più incosciente e meno controllato di quello attuale. Le succedeva poi di continuare a tremare tutto il giorno, persa in quella speciale risonanza che nessun altro uomo aveva saputo evocare prima e lei neppure si sognava di possedere.
Sherazade.com: Julia
Julia è nata in Argentina. Da una famiglia di emigranti italiani. Il nome è l'unica eredità del nonno, veterano degli Alpini della prima guerra mondiale. In compenso i genitori se la passavano bene. Avevano impiantato un'azienda vinicola di successo dalle parti di Valparaiso, per cui, quando fu il momento, fu per loro motivo d'orgoglio mandarla a studiare nella capitale. Prima al liceo italiano poi, speravano, alla facoltà d'economia. Julia, però, di conti e bilanci non ne voleva sapere, così si iscrisse a lettere.
La moglie del ministro (traduzione dal cinese di Lavinia Benedetti)
Si narra che nel distretto di Jieyang, nella città di Chaozhou, vivesse un ministro di nome Zhao Xin, molto amico dell'ufficiale Zhou Yi.
Un giorno Zhou Yi chiese all'amico di accompagnarlo in città a vendere della stoffa. Zhao Xin si recò subito dal capitano Zhang Chao e prenotò il suo battello. Stabilirono poi che si sarebbero incontrati il giorno seguente all'alba davanti al battello.
Il dì seguente Zhao Xin si presentò per primo sul luogo prestabilito. Quando il capitano lo vide erano appena suonate le quattro e per strada non c'era nessuno.
Mirror
Non che ci creda davvero ma se non mi fossi sottoposto a questa pagliacciata di esame non avrei potuto continuare a lavorare.
Lingue lunghe di colleghi, sempre pronti a farti le scarpe, a criticare, a mettere in giro voci sconsiderate.
Io sarei quello strano, solo perché parlo in faccia e non mi nascondo dietro ipocrite apparenze.
Va beh, forse ogni tanto esagero, ma da qui a considerarmi fuori di testa...
D'accordo, passiamo al dunque.
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30 Ottobre